2014
Arbitri, parla Nicchi: «Oggi dirigere una partita è andare in guerra»
Marcello Nicchi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, ha le idee chiare sul perché il calcio italiano stia vivendo un momento grigio non solo a livello di prestigio ma anche sul piano degli atteggiamenti in campo. Ai microfoni di Sky il dirigente non nasconde il fatto che gli arbitri italiani siano costretti a confrontarsi con un gioco troppo duro e debbano farvi fronte esclusivamente attraverso l’applicazione del regolamento.
GUERRA – «A oggi abbiamo 1467 giocatori ammoniti solo in serie A e 97 espulsi: è un dato drammatico». Queste le parole di Nicchi, che spiega il suo pensiero: «Non c’è una crescita dal settore giovanile a livello di comportamenti, di regole. Oggi gli arbitri vanno a dirigere tutte le domeniche una guerra. Abbiamo giocatori che si fanno ammonire due volte in 30 secondi ma non sento alcuna Lega, alcun allenatore o associazione che dica: ‘diamoci tutti una regolata’. Se ci sentiamo indifesi? Quello no, perché a nostra difesa c’è il regolamento, dobbiamo difenderci solo col regolamento».
PROVA TV – Il presidente dell’AIA chiarisce anche che non può essere la sola prova tv a calmierare la situazione, almeno tenendo conto di come è vissuta nel nostro calcio: «La si reclama per il gioco violento, la si applica e poi si fa reclamo contro l’applicazione. Non vorrei che si portasse l’attenzione fuori dai problemi importanti, che il calcio vada fuori controllo dal punto di vista etico, comportamentale e tecnico».