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Avellino-Cagliari, per Rastelli e Pisacane non sarà una partita come le altre
Avellino-Cagliari non sarà una partita come le altre. Non per Massimo Rastelli e Fabio Pisacane. Non dopo quello che è successo quest’estate, quando il tecnico e il difensore passarono dalla società irpina a quella rossoblù.
Il clima che accoglierà domani al “Partenio” il Cagliari per l’anticipo della 24a giornata sarà infernale. Il presidente dei biancoverdi Walter Taccone, dopo l’addio di Rastelli a giugno, aveva avvertito: «Noi li affronteremo a viso aperto, ma ora il mio obiettivo fondamentale sarà vincere col Cagliari. Avellino non aveva niente di meno rispetto al Cagliari».
Dopo ventitré partite, il Cagliari ha quattordici punti in più rispetto all’Avellino. Ma guai a sottovalutare i campani, reduci da sette risultati utili consecutivi e con una rosa che può ambire ai primi posti. In attesa del miglior Tavano (solo 2 gol in campionato), l’uomo più pericoloso è senza dubbio il belga-congolese Benjamin Mokulu, capocannoniere dei suoi (dopo la cessione di Trotta al Sassuolo) con 7 reti e autore del gol dell’1-1 a Modena. Dopo un inizio complicato, l’ex rossoblù Attilio Tesser ha trovato la quadratura giusta, riportando l’Avellino in zona playoff.
A dire la verità, non si può considerare veramente un ex Tesser, esonerato dopo una sola partita da Cellino nel 2005. Decisamente diverso il curriculum di Massimo Rastelli ad Avellino. Tre stagioni in cui ha portato gli irpini dalla Lega Pro ai playoff per salire in Serie A della passata stagione. La chiamata per la Sardegna era irrinunciabile. Per lui, come per Fabio Pisacane, pupillo del tecnico di Torre del Greco.
Il difensore classe 1986 (che oggi compie 30 anni) ha vestito la maglia biancoverde per due stagioni di B, racimolando 78 partite condite da un gol. Era l’idolo dei tifosi per la garra che mette in campo, ma il suo addio “senza salutare” gli costerà i fischi del suo ex stadio. A lui e a Rastelli, rei di essere salpati per un’Isola lontana con il sogno della Serie A.