2014

Avramov, numero 1 all’improvviso

Pubblicato

su

Vlada Avramov, estremo difensore natio di Novi Sad, compirà ad aprile trentacinque anni, dei quali ben 13 trascorsi in Italia. Il serbo, dopo aver giocato nel suo paese con la maglia del Vojvodina, fu acquistato nel 2001 dal Vicenza, club che gli permise di esordire in Serie B. Avramov rimase in Veneto per quattro stagioni, prima di trasferirsi in prestito a Pescara, dove dimostrò di essere un portiere di grande talento, tanto da attirare le attenzioni della Fiorentina di Prandelli. Il buon Vlada dovette però aspettare un altro anno prima di esordire nel massimo campionato italiano, perché la Viola decise di mandarlo a farsi le ossa a Treviso, ancora in cadetteria.

SERIE A– Nel 2007 arrivò finalmente il momento tanto atteso: Avramov poté realizzare il suo sogno di giocare in un prestigioso club del massimo campionato italiano. In riva all’Arno il portiere serbo dovette però affrontare la concorrenza di Sébastien Frey, all’epoca uno dei migliori interpreti del ruolo. Durante la sua permanenza in Toscana, l’estremo difensore maturò alle spalle del suo più esperto collega, avendo anche la possibilità di esordire in Champions League.

CAGLIARI– “Firenze non è più casa mia“, questo deve aver pensato Avramov quando la dirigenza viola decise di relegarlo al ruolo di quarto portiere, preferendogli oltre al già citato Frey, il polacco Boruc e il giovane brasiliano Neto. A quattro anni di distanza dal suo arrivo nella culla del Rinascimento, il serbo decise così di cambiare aria, accettando di trasferirsi al Cagliari, dove fu chiamato a fare da chioccia al promettente Agazzi.

LA GRANDE OCCASIONE– Quest’anno la grande opportunità: il portiere di Ponte San Pietro si infortuna alla viglia dell’incontro di campionato contro il Torino e tocca a Vlada difendere la porta rossoblù. Avramov disputa una grande partita e il Cagliari vince per 2-1 grazie ad una doppietta di capitan Conti. Una settimana più tardi il serbo difende strenuamente lo 0-0 all’Olimpico contro l’allora capolista Roma, compiendo durante i 90 minuti di gioco numerosi interventi miracolosi. Quando viene chiamato in causa Avramov non sbaglia mai, ma nonostante tutto la dirigenza cagliaritana, che aveva deciso di non puntare più su Agazzi, confinato ai margini della rosa a causa del mancato rinnovo del contratto, poi prontamente ceduto nel mercato di riparazione al Chievo, decide di ingaggiare lo svincolato Adán Garrido, tesserato fino a qualche mese prima nel Real Madrid.

ADÁN? MEGLIO DI CASILLAS– Durante la sua esperienza madrididsta Josè Mourinho promosse per qualche partita il canterano Adán al ruolo di portiere titolare, preferendolo al capitano Casillas. Il portoghese, non fidandosi troppo del futuro rossoblù, decise tuttavia di tutelarsi acquistando l’esperto Diego Lopez. Adán concluse così la sua decennale esperienza nei Blancos ai margini della rosa, firmando pochi mesi più tardi la rescissione consensuale del contratto.  Decise così di rilanciarsi nel Cagliari, ma il suo sogno di sfondare nel calcio italiano durò appena due partite. All’esordio contro il Chievo lo spagnolo si disimpegnò egregiamente, cosa che non fece qualche settimana più tardi contro la Juve. Due suoi clamorosi errori, che spianarono la strada ad un rotondo successo della Vecchia Signora, gli costarono la panchina nelle successive gare di campionato. Non volendo fare il dodicesimo, l’ex merengue chiese alla società sarda di risolvere il contratto, per permettergli di fare ritorno nella Liga alla corte del Betis Siviglia, ultimo in classifica.

MAI UNA PAROLA FUORI POSTO– Così Avramov, dopo essere stato accantonato per qualche tempo, viene chiamato nuovamente a difendere la porta rossoblù. Nonostante la scelta quantomeno discutibile di sostituirlo temporaneamente con Adán, il serbo non ha mai detto una parola fuori posto, anzi ha pensato bene di rispondere sul campo ai dubbi dirigenziali sulle sue qualità. Anche domenica scorsa due prodigiosi interventi dell’estremo difensore ex Fiorentina hanno salvato il Cagliari da una sconfitta certa contro l’Inter e la traballante panchina di mister Lopez, che in caso di débâcle sarebbe stato con ogni probabilità esonerato. Per raggiungere la salvezza il contributo di Avramov è fondamentale, la permanenza dei sardi in Serie A passa imprescindibilmente dalle parate del numero 25 rossoblù.

Exit mobile version