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Barella al Como, i pro e i contro dell’operazione
Una trattativa lampo ha portato Nicolò Barella a Como. La formula è chiara: sei mesi di prestito fino al termine della stagione, poi il diritto di riscatto per i lariani e di controriscatto per i rossoblù. Qualcuno è rimasto sorpreso, ma Giulini l’aveva già annunciato a novembre all’inaugurazione del nuovo store del Cagliari, prima della gara contro il Brescia. L’infortunio di Dessena al Rigamonti ha cambiato le carte in tavola del centrocampo, ma no i piani di mercato della società rossoblù. Aspettando un giocatore d’esperienza e di quantità, qualcuno nel reparto centrale era destinato a partire. Il maggior indiziato sembrava essere Deiola che, dopo un grande inizio di stagione, ha perso punti nelle gerarchie di Rastelli. Invece, nonostante la grande partita di Salerno, alla fine è partito Barella.
PRO – Cedere Barella al Como ha un senso logico nei piani societari. Per prima cosa, dare spazio ad un calciatore che nel Cagliari troverebbe poco spazio. Nonostante abbia giocato proprio contro il Como da mezzala (senza sfigurare), nella testa di Rastelli il classe 1997 uscito dalla scuola calcio Gigi Riva è un trequartista. Ruolo che vede in rosa Joao Pedro e Farias, due di cui difficilmente il tecnico vuole fare a meno. L’assenza di entrambi contro la Salernitana per squalifica è stato un caso. Appena 152’ in ventuno gare di Serie B sono troppo pochi per un giocatore che a diciotto anni compiuti deve iniziare a giocare con continuità tra i grandi. Il Como è la miglior squadra al quale affidare il giocatore. Lì ritroverà Gianluca Festa e Gianfranco Matteoli, due che l’hanno visto crescere nelle giovanili rossoblù. E proprio con Festa in panchina, Barella ha fatto il suo esordio in Serie A la passata stagione. Troverà minuti, considerando anche la partenza di Sbaffo. Importante, infine, cederlo in prestito con il paracadute del controriscatto. Segno che la società punta alla valorizzazione del giocatore senza il rischio di perderlo.
CONTRO – Cederlo con il riscatto e il controriscatto è comunque un rischio. Il Cagliari perde un giocatore talentuoso che si sarebbe potuto rivelare importante nel girone di ritorno. A centrocampo arriverà un sostituto di Dessena, ma basterà? È vero che difficilmente Joao Pedro e Farias mancheranno nuovamente insieme, ma se dovesse riaccadere chi li sostituirà? Al Como Barella ritroverà sì Festa e Matteoli, ma dall’altra rischia anche di perderli a stagione in corso. E un eventuale nuovo tecnico potrebbe decidere di metterlo da parte solo perché è in prestito, senza che la società possa realmente guadagnarci qualcosa. La squadra lombarda, alla fine del girone d’andata, non naviga in acque tranquille. È ultima in classifica con 14 punti, quattro in meno del Lanciano penultimo e sei in meno della Salernitana. Proprio contro i granata è arrivata la seconda vittoria stagionale che mancava dalla prima giornata di campionato. Festa è arrivato in corsa, ha aggiustato la squadra, trovato risultati, ma il rischio di un altro avvicendamento in panchina c’è. Inoltre, al Como l’ex allenatore rossoblù ha utilizzato il 4-4-2, modulo che non prevede il trequartista e che farebbe giocare Barella davanti alla difesa. Lo stesso tecnico di Monserrato ha sempre schierato il giovane talento come mezzala o mediano, andando contro l’idea tattica di Rastelli del trequartista. Giocare in una piazza che lotta e deve rimontare per la salvezza potrebbe rivelarsi non esattamente l’ambiente ideale per la crescita di un ragazzo che aspetta solo di giocare per mostrare tutto le proprie qualità.