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Barella: «Vi svelo il rapporto che ho avuto con Gigi Riva. Sull’addio al Cagliari…»

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Nicolò Barella, ex centrocampista del Cagliari ora all’Inter, ha rilasciato delle dichiarazioni sul rapporto con Gigi Riva, la Sardegna e non solo

Nicolò Barella ha concesso una lunga intervista per il canale Youtube del conduttore radiofonico Matteo Caccia. L’ex centrocampista del Cagliari – ora all’Inter di Simone Inzaghi – ha rilasciato delle dichiarazioni sul rapporto con Gigi Riva, la Sardegna e tanto altro. Le sue parole:

BARELLA PADRE – «Mi piace tutto dell’essere padre, è una scelta che ho fatto da giovane. Sono cresciuto in una famiglia numerosa, tutti hanno fatto i genitori. Ho visto crescere, mi ha sempre incuriosito questa cosa. Quando ho incontrato Federica, mia moglie, ho deciso di mettere su famiglia perché l’ho sempre desiderato. Spero di essere un buon padre, presente, essere partecipe della loro vita e renderli felici nel tempo che posso dedicare loro quando non ci sono le partite».

SARDEGNA – «La caratteristica più ‘sarda’ e ‘cagliaritana’ è di essere duro e tosto nelle idee e nel modo di essere. Il fatto di non ‘vendersi’, che forse non è la parola adatta. Io non mostro quello che non sono, io preferisco essere antipatico ma autentico. Sono onesto. Ci sono anche delle caratteristiche del mio modo di essere che non tutti concepiscono e che sto cercando di limare. Ma preferisco sbagliare che nascondermi».

VALUTAZIONE CARTELLINO – «Io sono arrivato dal Cagliari con una valutazione importante, ero il più pagato della storia dell’Inter prima dell’arrivo di Lukaku. Si erano create aspettative, ma io ho scelto quel progetto perché era la squadra migliore, ero sereno, ero solo felice. Stavo lasciando casa, amici e parenti, ma ero felice di fare uno step ulteriore».

INTER – «Io sono sempre stato tifosissimo del Cagliari, il mio sogno era vestire quella maglia. Ho tanti parenti e amici che tifano Inter, quindi io ho gioito con loro per le tante vittorie. Per me l’Inter è sempre stata tra le grandi, ho sempre simpatizzato. Mi è sempre piaciuta la storia, i suoi colori… Quando vinceva ero contento come se avesse vinto il Cagliari. Per me Cagliari è il mio sangue, l’Inter è entrata nel mio cuore e nella mia vita ».

ADDIO A CAGLIARI – «Avevo tante opportunità per andare via da Cagliari, più di un paio, erano squadre importante che non dirò mai. Molte mie scelte sono state dettate dal fatto che non potevo andare in certe squadre perché la rivalità tra tifoserie. La narrazione di quando sono andato via da Cagliari è stata distorta, mi spiace sia stata raccontata in maniera sbagliata. Quando c’è stata la possibilità di andare all’Inter, volevo il progetto anche perché c’era Conte che ha spinto per avermi».

RAPPORTO CON GIGI RIVA – «Nel modo in cui interpreta la vita, nel regalarsi e non vendersi, è stato il mio maestro. Ho stimato il giocatore, era un gigante. La sua immagine l’ha sempre tenuta per sé o data a chi voleva lui. Per questo è stato così amato a Cagliari, era il più sardo dei sardi. La mia stima più grande era per questo aspetto, io sono così anche grazie a lui. Quando l’Italia ha vinto il Mondiale nel 2006, lui ha preso ed è sceso dal pullman dicendo ai giocatori di festeggiare loro. Questa è una cosa che nessuno potrà mai comprare».

L’ESEMPIO – «Mi rivedo molto in questo, io sono uno che si diverte, è successo anche durante la parata perché ho sentito questo scudetto molto mio. Però poi ho messo solo una foto su Instagram e basta. Non è la vita reale, gli scudetti li ho sempre festeggiati in una cena, con i miei cari. Poi è stata una cosa incredibile ciò che è successo al Duomo, poi l’ho festeggiato a casa».

RETROSCENA SUL FUNERALE – «Quando lui è andato via, io ho fatto una scelta molto dura, non da tutti, che non è stata capita a Cagliari: non sono andato al suo funerale perché non volevo farmi vedere davanti a tutti. Non volevo essere lì mentre lo portavano via, farmi vedere in tv. Ho deciso di organizzare una cosa con suo figlio, portando un mazzo di fiori al cimitero. Una scelta che può essere condivisa o no, ma io sono uno a cui non piace apparire in pubblico. Mi sono spiaciute le critiche di chi mi ha definito ‘piccolo uomo’, è la cosa che mi ha fatto più male di tutte».

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