2015

Beretta: «Sono a disposizione degli allenatori rossoblù, tanta sinergia con Rastelli»

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La presentazione del nuovo settore giovanile del Cagliari è stata questo pomeriggio anche occasione per una prima apparizione ufficiale di Mario Beretta come responsabile del vivaio rossoblù. Subentrato alla scrivania dell’uscente Matteoli appena pochi giorni fa, il tecnico milanese ha approfittato della conferenza stampa odierna per tracciare la rotta di quella che sarà la sua gestione.

 

Naturalmente Beretta è partito dalla sua posizione, da alcuni vista ingombrante nei confronti dell’allenatore della prima squadra: «Sono qui per mettermi a disposizione degli allenatori del Cagliari, dalle giovanili alla prima squadra. Conosco ad esempio Massimo Rastelli e ci siamo già parlati, credo che ci sarà molta sinergia fra noi. Arrivo da vent’anni di esperienze in serie maggiori ed è un bagaglio che mi porto dietro con consapevolezza, ma ricordo ancora quando ho cominciato e lavorato per anni con i settori giovanili. Il calcio è sempre quello e la palla è sempre tonda, certo lo sport si evolve ma noi lo facciamo con lui. Le mie esperienze potranno essere utili anche per consigliare i tecnici, ma senza mai interferire con il loro lavoro e le loro sacrosante libertà. Abbiamo la voglia di fare bene sia a livello di strutture che di uomini. Voglio sfruttare l’opportunità di cui ringrazio il presidente e tutta la società, il mio obiettivo è utilizzare le mie competenze per dare ancora più lustro a questo club. L’idea è di un approccio educativo che passi dalla scuola e dal campo: sappiamo che saranno pochi i ragazzi che sfonderanno davvero ai massimi livelli, ma vogliamo che diventino tutti brave persone a prescindere dal successo sportivo. Ovvio che uno degli obiettivi è far diventare i ragazzi dei giocatori competitivi, anzi da questo punto di vista è la vittoria della squadra che passa in secondo piano. Un vivaio lavora per creare individualità e portarle in prima squadra, ancor prima che per vincere come competizioni giovanili. Partiamo dalla base del lavoro di chi mi ha preceduto e vogliamo creare un vivaio che sia compatto, senza divisioni stagne fra squadra e squadra».

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