2013
Biraghi: «Sabato partita difficilissima, ma ci servono punti»
Quando mancano poco più di 48 ore al fischio d’inizio di Cagliari–Catania, il giovane rossazzurro Cristiano Biraghi si presenta davanti ai giornalisti per fare il punto della situazione ed analizzare la gara del weekend.
Biraghi innanzitutto rivolge un pensiero grato al tecnico Maran, che lo ha utilizzato con continuità in queste prime battute del campionato: «Non mi aspettavo di giocare da subito, pensavo di dover aspettare, imparare, crescere. Il mister però mi ha dato subito fiducia e mi fa piacere, ma prima di tutto vengono le prestazioni della squadra. Giocare bene è più bello quando si vince».
Ormai stabilmente nell’orbita della nazionale giovanile, il difensore si sofferma sul rapporto fra calcio italiano e giovani: «In under 21 gioco ormai da tre anni, quando vado a rappresentare l’azzurro è sempre bello ma è un capitolo a sè rispetto al club. Appena torno a Catania penso solo rossazzurro fino al raduno successivo. Pochi giovani italiani in Serie A? Forse è mancanza di fiducia nei confronti dei ragazzi, anche altre società dovrebbero fare come Maran che a Catania fa giocare i giovani. L’Under 21 italiana è forte, batte squadre composte da titolari nei massimi campionati: anche il calcio italiano capirà che deve valorizzare i giovani».
«Rispetto alla serie B, la A è ben diversa: non ci sono partite facili né avversari che ti permettano di sbagliare. Ho affrontato gente come Candreva e Santana, è sempre difficile e non puoi mai calare di concentrazione. Ecco, proprio il fattore mentale è forse la maggior differenza fra A e B».
Si arriva quindi all’esame della gara di sabato: «Sarà una partita difficilissima, il Cagliari è ottima squadra. Hanno una rosa discreta con giocatori di spicco come Pinilla, Ibarbo e Sau. Si torna al Sant’Elia dopo tanto tempo, avranno voglia di vincere. Noi però sappiamo che ci serve il risultato, perché poi abbiamo il Sassuolo e due trasferte difficili. Sappiamo di dover raccogliere punti adesso, qualcuno lo abbiamo perso per strada».
Si era parlato di un possibile slittamento della partita a domenica, sarebbe cambiato qualcosa? «La settimana di lavoro cambia in base al giorno della partita, i carichi sono studiati in modo diverso: 24 ore cambiano tanto per il lavoro. Mentalmente eravamo pronti a giocare sia sabato che domenica. Spostarla sarebbe stato comunque un errore, avrebbe compromesso il lavoro dello staff tecnico e di chi organizza la trasferta».