2015
Bisoli presenta Perugia-Cagliari: «Siamo in gran forma, ma il Cagliari è la corazzata della B»
A un giorno di distanza da Perugia–Cagliari, la consueta conferenza della vigilia presenta un Pierpaolo Bisoli carico e motivato. Il tecnico degli umbri, già calciatore e allenatore dei sardi in passato, non ha nascosto la forza dell’avversario ma ha indicato i modi per cercare di spuntarla.
All’allenatore mancheranno Lanzafame, squalificato, e Rizzo che ha dovuto fermarsi per infortunio: sicuri alcuni cambiamenti di formazione. Interessante la lunga parentesi sul rossoblù, nostalgica per quel che riguarda i tempi del calcio giocato e grintosa nella parte riguardante il passaggio sulla panchina sarda.
PERUGIA IN FORMA – Queste le parole di Bisoli oggi in conferenza stampa: «Vincere a Terni ci ha portato tanto entusiasmo, sono stupito dal calore che ci hanno riservato i tifosi. A Terni abbiamo giocato meno bene di altre volte, ma siamo stati perfetti nei particolari. Il rammarico è aver perso due giocatori, Rizzo per infortunio e Lanzafame per squalifica. Comunque c’è chi li sostituirà degnamente, Zebli ad esempio sarà sicuramente titolare. Parigini domani giocherà titolare se mi dimostrerà nell’allenamento di oggi che ha intenzione di fare le cose che gli ho chiesto. La nostra condizione atletica è ottima, l’esempio è Ardemagni che adesso comincia a conciliare i carichi di lavoro settimanali con brillantezza nelle partite vere. Le mie squadre entrano in forma dopo nove o dieci giornate, lo sapete. Domani sarà importante mantenere altissima l’intensità. Se ci azzardiamo a giocare ai loro ritmi ne usciamo con le ossa rotte, perché loro hanno giocatori con qualità da Serie A. Dovremo aggredirli continuamente e non lasciarli ragionare, cercando di fare il nostro gioco di velocità per metterli in difficoltà. Il Cagliari è la corazzata del campionato».
NOSTALGIA CAGLIARI E I RETROSCENA – Succosa la parte che Bisoli ha dedicato a parlare del Cagliari, non senza affondare con un retroscena sui destini di Nainggolan: «Io in rossoblù sono diventato un calciatore, sono stato capitano e ho raggiunto una semifinale di Coppa Uefa. Ho giocato più di 170 partite con quella maglia e i miei figli sono nati a Cagliari: una parte del mio cuore è del Cagliari. La mia avventura da allenatore in Sardegna tutti dicono sia stata negativa, ma io la ritengo assolutamente positiva. Quando sono stato mandato via eravamo in linea con quanto prefissato a inizio stagione. Gran parte dell’esonero secondo me deriva dal fatto che avevo voluto trattenere a tutti i costi Nainggolan: non mi sembra di aver sbagliato quella scelta. E’ un’esperienza che mi ha dato qualcosa e in cui io ho dato al Cagliari un giocatore da 30 milioni di euro: Nainggolan era stato già venduto a non vi dico quale squadra, ma io avevo visto qualcosa nel giocatore e ho voluto trattenerlo. Si è parlato anche di dissidi all’interno dello spogliatoio, ma fa parte del calcio. Sono andato via a testa alta e consapevole di aver fatto il mio lavoro. Voglio vincere per il mio Perugia, che si giochi contro il Cagliari o contro un’altra squadra è uguale. Ho visto la loro partita col Trapani, dopo mezz’ora erano tre a zero: devo essere bravo a non commettere gli errori che hanno fatto i siciliani. Non puoi giocare dal basso contro i rossoblù, se perdi palla nella tua metà campo non ti perdonano. Meno spazio dai al Cagliari e meglio è, perché ha giocatori che ti puniscono. Come tutte le squadre al mondo, d’altro canto, anche il Cagliari ha dei punti deboli: ce li hanno anche il Real Madrid e la Juventus, nulla di sorprendente».