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Black out Cagliari: grava il calo di tensione, ma nulla è compromesso
Il Cagliari sta conoscendo il primo vero e proprio momento di crisi della stagione. Quella contro un Perugia decimato doveva essere la gara del riscatto, ma la squadra sarda ha ceduto anche di fronte agli uomini dell’ex Bisoli, cadendo tra le mura amiche per la seconda volta consecutiva. Un punto in quattro partite e squadra apparentemente incapace di cambiare rotta: la società ha risposto con il ritiro ad Assemini, per cercare di superare il periodo nero. Rastelli, tempo fa, disse che vincere aiuta a vincere. Ma questo Cagliari sembra aver dimenticato come si fa. Andiamo ad analizzare la situazione dei rossoblù.
BLACK OUT – Un punto, per di più guadagnato allo scadere, in quattro partite. Ben 7 i gol subìti, solo 2 quelli realizzati. Pochi dati che descrivono al meglio il tunnel in cui è entrato il Cagliari nell’ultimo mese. La squadra fatica notevolmente a creare gioco, mostra evidenti difficoltà nell’approccio alla gara e spesso la svolta non è arrivata neanche nel secondo tempo. Dopo il successo di Latina, giunto al termine di una prestazione di livello, i rossoblù hanno gradualmente perso la rotta. La compagine di Rastelli da cinque giornate appare involuta. Cinque, non quattro: l’inizio del periodo nero, o per lo meno i primi sintomi, sono da ricercare nella gara contro il Pescara. Nonostante i tre punti, la prestazione (soprattutto nella prima frazione) aveva fatto scattare un piccolo campanello d’allarme. Nulla di cui preoccuparsi particolarmente, se non fosse che la luce non si è accesa neanche nelle successive quattro gare, contro Cesena, Novara, Trapani e Perugia.
LE ATTENUANTI – E’ pur vero che il Cagliari ha sempre incontrato avversari agguerriti. Formazioni desiderose di prendersi la scena facendo lo sgambetto alla squadra più attrezzata del campionato, con il vantaggio di non avere nessun obbligo di risultato. Giocare in condizioni simili non è facile per nessuno, neanche per i club più blasonati che dispongono di giocatori capaci di cambiare il match con una giocata. Eppure i rossoblù erano quasi sempre riusciti ad avere la meglio. Almeno sino a quando Rastelli aveva avuto possibilità di scelta per via dell’ampiezza della rosa. I numerosi infortuni ed il classico calo fisiologico, arrivati contemporaneamente (e probabilmente collegati da una stretta relazione di causa-effetto), hanno abbassato il valore complessivo della squadra, aumentando le difficoltà intrinseche di un campionato lungo e complesso come quello di Serie B.
INSEGUITRICI A DEBITA DISTANZA – Le conseguenze di un così marcato calo sarebbero potute essere devastanti e rendere vano il lavoro portato avanti da luglio, ma le dirette inseguitrici non sono riuscite a sfruttare il momento negativo dei rossoblù. In particolare il Pescara, scivolato in poche settimane dal terzo al sesto posto dopo aver guadagnato un solo punto in quattro gare. Meglio il Cesena, che nelle ultime quattro uscite ha raccolto sette punti, superando anche i sardi nello scontro diretto del Manuzzi; ottimo, nel lasso di tempo considerato, l’andamento del Novara: tre successi (tra cui quello del Sant’Elia) ed un pareggio hanno permesso ai gaudenziani di risalire la classifica sino ad insediarsi sul terzo gradino. Rimane però considerevole la distanza dai rossoblu, sopra di 10 lunghezze.
E’ fuor di dubbio che il Cagliari stia attraversando un periodo di crisi, ma il cospicuo vantaggio accumulato dai rossoblù è stato solo scalfito dalle dirette inseguitrici, incapaci di cogliere il momento di difficoltà della squadra isolana. Un motivo in più, forse quello più concreto, per riaccendere la luce e tornare a correre verso la Serie A.