2014

Esclusiva – Truzzu (cons. FdI): «Cagliari, eccellenza sarda. La Giunta spieghi il cambio di rotta sui fondi»

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La Regione blocca i fondi al Cagliari Calcio e Giulini minaccia di rivedere il proprio progetto legato alla squadra più rappresentativa della Sardegna. Un argomento scottante per le parti in causa. Regione Sardegna e Cagliari Calcio, che un tempo non lontano sembravano essere in rapporti cordiali, a differenza della gestione precedente, ora arrivano allo scontro. Ma cosa è successo veramente? Cosa ha portato la Giunta guidata da Francesco Pigliaru a bloccare i fondi verso le società sportive? Abbiamo provato a mettere una lente di ingrandimento sulla questione. Lo abbiamo fatto con due esponenti della politica regionale: Lorenzo Cozzolino (consigliere di maggioranza del PD. LEGGI QUI L’INTERVISTA) e Paolo Truzzu (consigliere di minoranza di Fratelli d’Italia).

Paolo Truzzu, funzionario del comune di Cagliari, esperto di sviluppo economico, è alla sua prima esperienza in Consiglio regionale. Insieme a lui abbiamo provato ad analizzare ciò che è successo e quali potrebbero essere gli effetti di questo scontro.

GLI INTERPRETI – «E’ vero che gli interpreti erano differenti, perché c’erano Cappellacci alla guida della Regione e Cellino in sella al Cagliari Calcio, però è anche vero che c’è una delibera di Giunta (Delibera di Giunta n.34/13 del 2 Settembre 2014), che risale a settembre di quest’anno, dove gli interpreti sono Francesco Pigliaru e Tommaso Giulini, in cui la Giunta dimostra di voler procedere con le operazioni di co-marketing, così come era avvenuto negli anni passati. L’aspetto da approfondire è proprio questo: a settembre c’è l’intenzione di procedere su questa linea, con delle cifre che non erano destinate solo al Cagliari Calcio ma anche ad altre attività sportive come la Virtus, Cus Cagliari e il Rally di Costa Smeralda, poi a distanza di due mesi (Delibera di Giunta n.45/13 del 11 Novembre 2014), pare che tutto sia cambiato perché le operazioni di co-marketing, cominciate tempo fa e portate avanti anche da questa Giunta, evaporano. Tra l’altro, si porta avanti soltanto l’operazione di co-marketing intrapresa con l’evento del Rally di Costa Smeralda. Quindi, leggendo gli atti messi a disposizione, i soldi per il Rally ci sono, mentre per tutte le altre attività sportive pare che il co-marketing sia difficilmente misurabile».

PROBLEMA AMMINISTRATIVO O POLITICO? – «La sponsorizzazione, come sappiamo tutti, non può essere effettuata a scopo di lucro. Il co-marketing è una attiva di marketing congiunto: ciò vuol dire che c’è uno scambio di prestazioni tra i soggetti interessati (in questo caso Regione e Cagliari Calcio). Io non conosco la convenzione che la Regione ha attivato col Cagliari Calcio a suo tempo, ed è da lì che si dovrebbe partire con l’analisi dell’attività: perché nel momento in cui si stipula una convenzione e le attività di co-marketing sono state effettuate, non capisco perché ora debba saltare tutto. Leggendo dalla delibera di Giunta dei giorni scorsi, l’attività di co-marketing nelle società sportive è difficilmente misurabile. Qui si entra in un problema di carattere amministrativo e di gestione: posto che sia difficilmente misurabile l’attiva di co-marketing, Sardegna Promozione ha avviato questa attività col Cagliari e con altre società. Quindi si presuppone che il Cagliari, così come le altre società sportive coinvolte, abbiano realizzato tutti i punti della convezione per ottenere quei fondi. Se ciò non è stato fatto, Sardegna Promozione avrà fatto i rilievi dovuti? Queste sono domande a cui occorre dare risposta per capire effettivamente come si sono sviluppate le vicende. Nel dare invece una risposta politica, mi chiedo: il co-marketing non si può realizzare con le società sportive? Bene, però mi si sta dicendo, attraverso quella delibera di Giunta, che per il Rally (350 mila euro), l’attività di co-marketing va bene, mentre con le altre società sportive, no. Come sono state misurate le attività di co-marketing per questo evento? Anche qui bisogna cercare di ottenere delle risposte precise».

LA CHIAREZZA CHE NON C’E’ – «Anomalie? Non sono state esplicitate nella delibera, quindi, per il momento, dobbiamo basarci su questi atti. Ma se le operazioni di co-marketing sono state effettuate male, va spiegato dove e perché. Dalla delibera si evince che, dall’istruttoria effettuata da Sardegna Promozione, non si è in grado di valutare l’operazione di co-marketing, ma non si dice in base a quali elementi. A mio parere ciò che desta stupore è che fino a settembre la Giunta fa capire che crede nelle attività di co-marketing, ma non spiega in quale modo deve essere fatto. Perché il fatto che sia stato fatto male può valere per le attività svolte in passato, ma nella stagione 2014-2015 si vuol dare al Cagliari, e di conseguenza alle altre società, 1 milione e 300 mila euro come previsto? Se la risposta è affermativa, bisogna spiegare come deve essere fatto il co-marketing e come si intende valutarlo e misurarlo. Il vantaggio del Cagliari è che incamera dei fondi. Per la Regione qual è il vero vantaggio? Quello di avere più visibilità attraverso la scritta che il Cagliari porta sulla maglia? E per il Rally, a cui si è dato l’ok per elargire i fondi, come si misura l’efficacia dell’operazione? In base ai biglietti venduti? E’ qui che bisogna capire come si valutano gli interventi e va dimostrato in che modo esiste un ritorno di visibilità per la nostra Isola».

CAGLIARI ESEMPIO DI ECCELLENZA – «Il Cagliari Calcio ha un valore economico e sociale? E se lo ha, tra i fini istituzionale della Regione, ci deve essere un sostegno per questo genere di società? A queste domande occorre una risposta politica forte da parte degli interpreti attuali. Perché è vero che nel mondo del calcio circolano tanti soldi, ma stiamo parlando di un’azienda che fa lavorare tante persone. Il club rossoblù è in Serie A da tanti anni. Ciò vuol dire che il Cagliari, guidato da Cellino, è stato ed è tuttora oggi una delle eccellenze delle nostre aziende. Io penso che il Cagliari è al top delle società a livello nazionale, ha un alto valore sociale e adesso, con Giulini, il quale mi sembra più sensibile e aperto ai rapporti con la società civile, ha le potenzialità di diventare anche qualcosa di più. C’è un progetto dietro al Cagliari di Giulini molto interessante. Come ad esempio quello di rendere la struttura di Assemini molto più accessibile, oppure come rendere il Sant’Elia un luogo da poter sfruttare tutti i giorni e non solo la domenica per la partita».

CAGLIARI MA NON SOLO – «Secondo me non è tanto questo milione e poco più a fare la differenza nelle casse del Cagliari Calcio, ma è l’atteggiamento della Regione ad aver scatenato questa reazione. Perché quando una società, una azienda, si mette a completa disposizione dell’amministrazione, cercando anche di capirne le difficoltà, e poi riceve una mazzata di questo tipo, l’imprenditore può rivedere i suoi programmi e valutare altre scelte. Giulini è stato uno di quelli che da subito si è messo a disposizione perché ha voglia di investire e di fare qualcosa di importante. Ora c’è il rischio che, andando per vie legali, il Cagliari potrebbe ottenere anche più degli importi dovuti. E quei soldi verrebbero presi dalla fiscalità collettiva, cioè dalle nostre tasche. Dal punto di vista politico si poteva fare di più, anche per le altre società. Perché magari il Cagliari, senza questi soldi, non compra un attaccante a gennaio, ma ci sono società che programmano la propria stagione e campano con questi contributi. Sono società che hanno già programmato la stagione convinti di avere questi soldi e che magari si sono già indebitate, e ora si ritrovano senza un soldo».

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