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Bremer e il Torino: un rinnovo per lasciarsi da buoni amici

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Il rinnovo di Gleison Bremer con il Torino un segnale di riconoscenza e rispetto, ma in estate arriverà il momento dei saluti

In tempi di litigate e società ai ferri corti con giocatori e procuratori, il rinnovo di Bremer con il Torino è una specie di mosca bianca. Ancora scottati dal caso Vlahovic e dalle parole del club gigliato, dalla prima capitale d’Italia arriva una storia di conciliazione.

E d’altra parte le parole di Urbano Cairo non lasciano dubbi sull’accordo sottoscritto: «Una cosa bellissima. Lui è un grande difensore e un grande uomo che ha saputo dimostrare riconoscenza verso un club che lo ha fatto crescere. Il ragazzo ha procuratori di grande qualità, persone che sanno valutare quanto è stato dato e si comportano di conseguenza. Come spesso accade, le persone per bene si mettono insieme».

Già, si mettono insieme ben sapendo che tra pochi mesi si divideranno. Perché lo sanno anche i muri che il centrale brasiliano è, con tutto l’immenso rispetto per la maglia granata, ormai pronto per un salto di qualità definitivo. E allora perché allungare il contratto di un anno dalla naturale scadenza, portandolo fino al giugno 2024?

Appunto, come debito di riconoscenza. Perché così facendo il Toro potrà vendere Bremer a una cifra più elevata, possibilmente anche scatenando un’asta internazionale. Senza considerare anche l’opzione del prestito biennale con obbligo di riscatto che senza rinnovo non avrebbe potuto essere preso in considerazione. Formula non a caso molto gradita alle casse dissanguate della Serie A.

L’Inter lo vorrebbe come erede di De Vrij al centro della sua difesa, il Milan potrebbe affiancarlo a Tomori, la Juve lo sceglierebbe come sostituto di De Ligt. Ma occhio alle piste europee che potrebbero riscaldarsi a maggior ragione se la quotazione dovesse continuare a salire e diventare inaccessibile o quasi per i nostri club. In ogni caso, qualsiasi soluzione sceglierà Bremer, il ragazzo ha già fatto un figurone.

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