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2014

Cagliari, alla ricerca del gol perduto. Per la salvezza servono le reti degli attaccanti

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Dopo le sconfitte rimediate con Lazio e Bologna, il Cagliari si prepara ad affrontare un altro match importante nel cammino verso la salvezza. La sconfitta di misura del “Dall’Ara” ha complicato la classifica dei rossoblù, che contro gli scaligeri avranno l’occasione per risollevarsi in classifica e riprendere la corsa verso l’obiettivo stagionale.

 

Un obiettivo che nelle precedenti stagioni, a questo punto del campionato, era stato ampiamente messo in cassaforte dai rossoblù, che invece in questa stagione stanno faticando molto più del previsto a conquistare i punti necessari per raggiungere la fatidica quota che vale la permanenza nella massima serie. Le note vicende che interessano la società hanno certamente influito non poco sul percorso della squadra di Lopez, ma al di là delle questioni estranee al campo, non c’è dubbio che il rendimento sul terreno di gioco risenta parecchio delle difficoltà nella costruzione del gioco e soprattutto in fase di realizzazione.

 

È questa infatti la principale pecca della formazione rossoblù: la perenne difficoltà ad andare in rete, nonostante l’attacco del Cagliari, per qualità dei singoli e molteplicità delle soluzioni a disposizione del tecnico, sia senza dubbio uno dei più completi della Serie A, specie tra le squadre di medio-basso livello. I numeri del resto, non lasciano spazio alle interpretazioni: l’attacco rossoblù è infatti il quart’ultimo dell’intero campionato, con 27 reti complessive in 29 partite – di cui ben 21 realizzate in casa e appena 6 in trasferta – davanti solo a Bologna (24), Chievo (23) e Catania (21). Un bottino evidentemente magro, che lo è ancora di più se si pensa che le reti messe insieme dai cinque attaccanti rossoblù sono solo 17 (5 reti a testa per Pinilla e Sau, 3 per Ibarbo e Nenè e 1 per Ibraimi), vale a dire una media di 0,58 a partita.

 

Una sterilità offensiva preoccupante, ma non imputabile esclusivamente alla scarsa vena realizzativa degli avanti rossoblù. Per quanto visto sul campo, infatti, il problema non riguarda solo il reparto avanzato ma l’intera squadra, considerate le difficoltà nella costruzione del gioco e nell’impostazione della manovra emerse in numerose occasioni, soprattutto contro le squadre coinvolte nella lotta per non retrocedere. Difficoltà che si riflettono inevitabilmente nella capacità di servire con continuità e in maniera adeguata le punte e, dunque, nella capacità stessa di creare occasioni per andare in rete.

 

Tutto ciò nonostante lo schieramento dei rossoblù preveda la presenza del trequartista, ossia di quell’uomo che dovrebbe accendere la fantasia e innescare le punte, come accaduto nelle ultime stagioni. Una situazione che coincide con il periodo di maggiore appannamento vissuto da Andrea Cossu e alla quale hanno contribuito i ripetuti infortuni del giovane Adryan, che ha fatto intravedere spunti davvero interessanti nella manciata di occasioni che ha avuto a disposizione. Inoltre, nemmeno le scelte del tecnico, che ama mischiare le carte in avanti spesso e volentieri, sono servite ad invertire il trend negativo.

 

Certo è che, alla luce dei recenti risultati, è arrivato il momento in cui conquistare punti diventa necessario per affrontare il finale di stagione senza troppi patemi. Alla vigilia del match con il Verona, Diego Lopez ha chiesto ai suoi attaccanti maggiore freddezza sotto porta per andare alla ricerca del gol perduto, consapevole del fatto che per salvarsi servono le reti di chi è bomber per professione.  

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