2013

Cagliari, buona la prima. E Il ritorno al Sant’Elia può dare la svolta alle ambizioni rossoblù

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Buona la prima. La vittoria in rimonta sull’Atalanta alla prima uscita stagionale regala il sorriso e i tre punti alla banda di Mister Lopez, ma la prestazione dei rossoblù ha messo in luce aspetti positivi (tanti) e negativi (pochi, a dir la verità) su cui vale la pena soffermarsi per capire quale sarà il destino del Cagliari in questo campionato. 

Nel primo tempo della gara contro i nerazzurri, il Cagliari ha fatto vedere le cose migliori. I rossoblù hanno dominato la prima frazione, mettendo in pratica quello che chiede Lopez, vale a dire un’ottima circolazione di palla e buone trame in avanti, grazie alle verticalizzazioni dei centrocampisti e alla mobilità dei due attaccanti, Sau e Pinilla. Le due punte hanno sorpreso soprattutto per la condizione fisica mostrata. Il bomber di Tonara, alla vigilia dato in panchina e reduce da qualche fastidio di troppo nel precampionato, è apparso in palla e si è reso protagonista di alcune giocate da vero fuoriclasse, vedi la magnifica sponda per Nainggolan in occasione della rete del pareggio. Il cileno, reduce da una stagione altalenante, pare aver beneficiato della preparazione in altura. Già nel precampionato Pinigol era sembrato in forma e domenica si è fatto apprezzare per mobilità e velocità, mentre lo scorso anno in alcuni frangenti era sembrato un po’ appesantito. Splendida poi l’apertura di esterno che ha dato il là all’azione del vantaggio rossoblù realizzato da Cabrera.

Già, proprio l’uruguaiano con il viso da bambino, arrivato nel gennaio scorso dopo una vana estate di trattative e con alcune riserve sulle sue doti fisiche e sulla capacità di adattamento, è stata un’altra delle note liete della serata. Titolare al posto dell’infortunato Cossu nel ruolo di trequartista, che è forse quello che più gli si addice, ha mostrato ottima gestione della palla, inventiva e tempi di inserimento che lo hanno portato a realizzare il primo gol con la maglia del Cagliari dopo otto gare, sulle orme dei suoi più illustri connazionali in rossoblù. Da sottolineare poi l’ennesima prestazione maiuscola di Nainggolan, coronata dalla rete dell’immediato pareggio, e di Capitan Conti, eterna sicurezza in mezzo al campo.  

Le note stonate arrivano invece dalla difesa. La buona prestazione degli esterni Dessena e Murru, quest’ultimo positivo anche in fase di spinta, si scontra con l’insicurezza mostrata dal reparto in occasione delle azioni più pericolose dell’Atalanta, soprattutto nel primo tempo. Prima il pallonetto di Denis finito alto, con Agazzi non proprio impeccabile nell’uscita, poi l’ennesimo gol sugli sviluppi di un corner con la difesa immobile e l’avversario lasciato libero di colpire di testa. Lopez ha tutto il tempo per correggere gli errori, in particolare quelli legati alla marcatura a zona sui calci piazzati, ma forse occorrerà un po’ di tempo per trovare la perfetta intesa al centro della difesa nel caso di addio, sempre più probabile, di Astori.

L’esclusione di quest’ultimo dalla formazione titolare ha creato un piccolo caso nel pre-partita del match contro gli orobici. Salerno ha parlato di scelta tecnica e lo stesso ha fatto Lopez nel dopo gara, ammettendo poi di aver escluso il ragazzo perchè “distratto” dalle voci di mercato. Anche se il tecnico ha definito Astori un professionista esemplare, il mercato ancora aperto può togliere attenzione ed energie mentali dal campo. Del resto, anche club più blasonati hanno lo stesso problema (il caso Lamela a Roma ne è la prova più evidente). Tornando ad Astori, dopo che è saltato l’affare con il Napoli e le voci di un imminente rinnovo contrattuale, resta calda l’ipotesi Milan, ed entro la chiusura del mercato il difensore potrebbe tornare nel club in cui è cresciuto, dove il suo mentore Allegri lo aspetta a braccia aperte.

Nota di chiusura sulla questione stadio. La vittoria ha fatto passare quasi in secondo piano lo scenario desolante di Trieste ma, come ha sottolineato lo striscione esposto in curva dai supporters dell’Atalanta, il campionato dei rossoblù si deve giocare a Cagliari. Iniziativa apprezzata anche dai giocatori, che al termine del match hanno ribadito la speranza che quella contro i nerazzurri sia stata l’ultima partita di un lungo, e francamente inspiegabile, esilio.

In sostanza, le premesse ci sono, con il ritorno al Sant’Elia il campionato del Cagliari può finalmente prendere quella svolta troppo spesso annunciata e puntualmente disillusa verso le zone più nobili della classica. Ci sarà da divertirsi: i tifosi lo sperano; lo aspettano; soprattutto, lo meritano. 

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