2013
Cagliari, Cellino avverte: «Non smonto la squadra, non ho bisogno di vendere!»
Il rapporto tra il presidente del Cagliari e i giornali non è mai stato idilliaco. Soprattutto, dopo le vicende giudiziare legate allo stadio Is Arenas ha scelto di mantenere la via del silenzio in attesa che venga proclamata del tutto la sua innocenza. Ma i ventuno anni alla guida del Cagliari sono una buona occasione per Massimo Cellino per fare un bilancio, calcistico si intende, sulla squadra e sulla sua passione per il club rossoblù. In una lunga intervista al Corriere dello Sport, il patron ha parlato delle sue ambizioni e ha lanciato un avvertimento a chi sostiene che il Cagliari debba svendere i propri gioielli per ripianare gli investimenti fatti su uno stadio che di fatto non esiste più.
Ventuno anni di Cagliari significano tifo, passione ma anche responsabilità: «Mi sono chiesto tante volte se era il caso di scendere dalla giostra, ma al di là della mia volontà o meno mi sembra che non ci sia mai stato nessuno disposto a salirci su al posto mio. Allora con la responsabilità, verso l’azienda e verso la gente, uno ci fa i conti e deve tentare di andare avanti nel modo migliore possibile. Questo vale sempre, è una regola generale: se poi devo dare un peso al rapporto con i tifosi… Tanti di loro non hanno voluto neanche il rimborso dell’abbonamento dello scorso torneo. Non posso dimenticarlo».
Queste le parole del presidente del Cagliari, che ha parlato della sua squadra e delle continue voci di mercato su alcuni suoi pezzi pregiati: «Lo scorso campionato i ragazzi hanno fatto qualcosa di straordinario. Sono affezionato a tutti loro, lo dico sinceramente. Sono bravi ragazzi tutti, dal primo all’ultimo. Dicevo, vuol dire che sono bravi ed è una soddisfazione per tutti: sia che siano ambiti da squadre importanti, sia per il fatto di averli noi. E di tenerceli stretti. Guardi, se uno vuol fare bene in campionato deve comprare giocatori che oltre a essere bravi tecnicamente devono essere bravi umanamente, disponibili. Io cosa posso rimproverare a loro? Nulla, allora siccome i calciatori che hanno qualità servono e io li ho, perché dovrei cederli? Nonostante tutto siamo in grado di conservare i nostri giocatori. Non ho bisogno di vendere, chi lo ha pensato ha fatto male i propri conti. Nainggolan e Astori, chi lo dice che io li avrei venduti?».
Celino ha poi annunciato nuovi movimenti di mercato dopo l’arrivo di Oikonomou e le partenze di Ribeiro e Casarini: «Forse un esterno difensivo destro lo prenderemo, ma con calma, giusto per non trovarci in difficoltà come capitato la passata stagione dopo l’infortunio di Pisano. Oikonomou? Sta muovendo i passi giusti. Uno tranquillo, ha 21 anni ma ha la testa sulle spalle, lavora e cerca di imparare. E in campo fa le cose giuste.L’unico nome nuovo e non l’ho neanche scoperto io. Lo ha scovato l’ex direttore generale Marroccu, prima di concludere la sua collaborazione professionale con noi. Non ha senso cambiare tanto per cambiare, sono bravi e me li tengo. Se uno è motivato ed è felice di stare con noi, il problema non si pone. E poi, stessi giocatori non vuol dire medesima squadra. Magari si impara a giocare anche in un altro modo. Ora giochiamo con il 4-3-1-2 che a volte diventa 4-3-3: crede che con i giocatori che abbiamo non sia possibile organizzare un “rombo” a centrocampo? Guardi che abbiamo una varietà di calciatori tale da consentirci tante soluzioni. Lei immagini Conti in regia, ai lati Nainggolan ed Eriksson, davanti Ekdal: il vertice alto potrebbe essere Cabrera, o Cossu che a sua volta potrebbe fare da raccordo con una punta avanzata. E con gli attaccanti di cui disponiamo secondo me c’è da divertirsi. Gli allenatori stanno facendo bene il loro lavoro, sono stati confermati no?».
E, infine, Cellino prova a guardare al futuro: «Spero di vedere una squadra che continua a giocare bene, che diverte i suoi tifosi e questi che possono stare vicini alla squadra. E’ un impegno faticoso, ma nel quale ci stiamo mettendo tante risorse fisiche, mentali ed economiche. Se la Provvidenza ci dà una mano…».