2015
Cagliari di lotta e di governo nel segno di Melchiorri
Alla vigilia le premesse di Spezia–Cagliari erano quanto mai difficili. Un avversario costruito per vincere ma ferito da risultati insoddisfacenti, uno stadio caldissimo, tante assenze importanti in casa rossoblù e la poca attitudine corsara mostrata finora. Eppure la squadra di Rastelli esce dal Picco con in tasca una sicurezza nuova, frutto di un match che è andato nel migliore dei modi possibili.
Il Cagliari arancione sceso in campo quest’oggi è partito dall’impianto ormai consolidato, un’intelaiatura che ha preso forma nel tempo e appare in grado di sopportare i colpi della sorte grazie finalmente alla personalità di squadra. C’è stato da soffrire, si sapeva e si è fatto con la giusta umiltà: la Serie B si affronta e si vince solo giocando da Serie B, senza indulgere all’accademia quando il gioco si fa duro. Nella prima fase di partita i padroni di casa hanno fatto forza su un ambiente tesissimo per cercare di mettere alle corde la capolista, spazi stretti e ritmi alti hanno reso la gara un flipper pericolosissimo. In quella parte della sfida gli uomini di Rastelli hanno saputo rimboccarsi le maniche, isolarsi dall’ambiente esterno e ribattere contro su colpo: sicurezza da grande squadra abbinata a fame da provinciale. Sugli scudi un Salamon finalmente a suo perfetto agio nel ruolo di (altissima) diga al centro della difesa, oltre a un centrocampo mosso dalla fulmineità di Tello e dai muscoli di Dessena.
Non è affatto casuale che sia poi salito in cattedra Federico Melchiorri, uno che dell’abbinamento fra lavoro operaio e tecnica elevata fa il suo carattere distintivo. La rete nel finale di tempo è stata una mazzata pesantissima, arrivata nel momento giusto per destabilizzare uno Spezia animato dalla disperazione più che da ogni altro sentimento. Storari ci ha messo del suo per spegnere le speranze degli avanti spezzini chiudendo anche in uscita ogni spiraglio, e davanti a lui tutta la squadra ha tenuto con caparbietà il copione preparato alla vigilia. Al secondo affondo poi, con la zuccata che ha beffato Chichizola, il Cagliari ha visto le curve raddrizzarsi davanti a sé: i padroni di casa hanno perso le tracce del loro traguardo e gli spazi si sono aperti. E’ stato il momento di premere sulla tecnica, facendo girare il pallone e portando la gara a ritmi più umani. Missione compiuta, col terzo gol che è arrivato come premio a quanto di buono fatto fino ad allora.
Il campionato non è vinto, la strada e lunga e la partita di oggi dimostra semmai come le insidie siano sempre dietro l’angolo. Ma la dimostrazione di forza espressa oggi dai rossoblù vale anche più dei punti che scavano il primo piccolo solco fra il Cagliari e gli inseguitori.