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Cagliari, chi salta l’uomo? Rossoblù peggior squadra in Europa per dribbling
Nessuno nel Cagliari salta l’uomo con continuità: la squadra di Rolando Maran è la peggiore in Europa per dribbling riusciti
Il dribbling, questo sconosciuto. Nei 5 principali campionati europei, secondo i dati raccolti da WhoScored.com, il Cagliari è la peggior squadra per dribbling tentati e riusciti. Un’arma che evidentemente non appartiene alle caratteristiche dei giocatori rossoblù, che per arrivare al gol preferiscono ricorrere più al cross. Eppure il dribbling è un gesto tecnico individuale fondamentale nel gioco del calcio. È quello che dà fantasia, che fa innamorare i tifosi, che permette di sognare. Da un punto di vista tattico crea un vantaggio non indifferente: la superiorità numerica in una determinata zona del campo. Va da sé che è più facile segnare in certe condizioni e il Cagliari fatica a crearsele.
PEGGIORE IN EUROPA – La Serie A è l’ultimo torneo tra i principali cinque europei (Liga, Premier, Ligue 1 e Bundesliga) per dribbling tentati e riusciti a partita. La media è di 14 tentativi a partita con appena 7,8 completati. E il Cagliari esaspera questa tendenza italiana. Si tratta infatti della peggior squadra, non solo in Serie A, ma in tutta Europa per dribbling riusciti, appena 4,2 a partita, peggio degli inglesi del Burnely (5,1) e del Chievo (5,2). I rossoblù sono anche la formazione che ci prova meno rispetto alle altre, con una media di 8,7 ogni gara.
I NUMERI – Le spiegazioni di questi dati ovviamente sono molteplici e vanno a monte, alle abitudini del calcio giovanile italiano. In casa Cagliari una motivazione si può individuare nell’assenza di giocatori realmente tecnici che hanno nelle proprie caratteristiche individuali il dribbling. L’unico che verrebbe in mente sarebbe Diego Farias, oggi all’Empoli, ma nei suoi ultimi 6 mesi rossoblù è riuscito a dribblare correttamente appena 4 volte su 15 tentativi. Il migliore è Nicolò Barella, giocatore tecnicamente tra i più dotati nella rosa di Maran, ma che in campo avrebbe compiti ben diversi (rottura, impostazione e inserimenti). E il suo 53° posto per dribbling riusciti tra giocatori di Serie A è abbastanza eloquente. Il cagliaritano ha dribblato con successo 23 volte su 41, con una media di un dribbling riuscito ogni 90’. Uno che invece sembrava avere il dribbling nelle sue corde è Lucas Castro, soprattutto quando è stato spostato sulla trequarti prima dell’infortunio: l’argentino aveva una media di 0,8 dribbling ogni 90’, che sale addirittura a 1,3 se si considerano solo le gare da trequartista. Lo stesso discorso si potrebbe fare per Valter Birsa, che detiene la stessa media (0,8) nel poco tempo avuto a disposizione dal suo arrivo in Sardegna. Joao Pedro è tra quelli che ci prova di più (37 tentativi), con 14 dribbling completati, ma con 23 errori. Dati alla mano (e anche storicamente), è il trequartista il giocatore chiamato a creare superiorità, ma spesso la scelta di Maran è ricaduta su Ionita, giocatore più fisico che tecnico (appena 0,4 dribbling riusciti a partita). Va decisamente meglio con Barella, che quando è stato impiegato dietro le punte ha portato la sua media a 2,5 tentativi ogni 90′ con 1,3 dribbling riusciti.
SOLUZIONI DIVERSE – Il Cagliari preferisce arrivare al gol in altro modo, condizionato inevitabilmente dall’importanza di Leonardo Pavoletti. Non a caso è una delle formazioni che tira più volte in porta di testa. A volte però il numero 30 viene sfruttato in modo eccessivo, facendo risultare prevedibili le giocate offensive rossoblù. Tanti cross, tanti lanci lunghi e pochi dribbling, che potrebbero comunque mandare in rete il capocannoniere della squadra (e non solo) in altri modi, provando magari a saltare l’uomo con un dribbling, bello da vedere in un campo di calcio quanto importante.