2014

Cagliari-Fiorentina, promossi e bocciati. Lucentezza e fragilità: il Cagliari non spicca il volo

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E’ come un uccellino appena nato che ancora non ha imparato a volare. Per il momento lo fa per brevi tratti e quando sembra essere arrivato il momento giusto per far vedere a tutti che ormai è ha raggiunto l’obiettivo, cade nuovamente. Chi vola alto, come il Cagliari di Zeman, rischia dei tonfi roboanti come quello di ieri. Quattro reti subite e addio al sogno di vedere quei maledetti tre punti conquistati in casa. Non sarà certo una partita a valere una stagione, ma il Cagliari di ieri, oltre alla jella, ci ha messo del suo.

PROMOSSI – «Se perdi 4 a 0 senza giocare ci si deve preoccupare». Come dare torto al boemo. Tanto di cappello al Cagliari visto nella prima ora, almeno sul piano del gioco. La Fiorentina, nonostante il vantaggio, non ha mai dato l’impressione di poter essere imbattibile e il Cagliari ci ha provato più volte. Tante le occasioni create, tante le idee ma poca concretezza in avanti. I fraseggi funzionano, specialmente a sinistra sull’out comandato dal duo Balzano-Farias. Ibarbo continua a inventare e deliziare il pubblico con le sue giocate, ma Zeman da lui vuole i gol e ieri ci è andato vicino. Ekdal mostra perché è il miglior centrocampista svedese, e lo fa alla grande. Ma poi, per il Cagliari, cala la notte.

BOCCIATI – Se inizialmente sembrava che la Viola fosse una squadra vulnerabile, dopo la seconda rete, il Cagliari ha reso la squadra di Montella una corazzata imbattibile. Complice una linea di difesa alta, anzi, altissima. Se ci aggiungiamo che davanti a Cragno (non impeccabile durante la gara), ci arrivano Gomez (fino ieri dove era?), e Cuadrado, allora il gioco si fa fin troppo facile. Se quando il portiere non è in porta si tira addosso al difensore sulla linea, la fatica aumenta sempre più ed è quel vantaggio psicologico che fa la differenza. Il secondo gol ha tagliato le gambe ai rossoblù che hanno successivamente smesso di giocare minuto dopo minuto. Zeman racconta di un gruppo afflitto e consapevole di aver perso una ghiotta occasione per tornare alla vittoria, che ormai manca come il pane.

Cosa è mancato ieri? La concretezza sotto porta. Quella stessa concretezza che non è manca a Gomez e Cuadrado. Il Cagliari di ieri ha mostrato tutta la sua lucentezza ma allo stesso tempo la sua fragilità. Stavolta il secondo gol subito, anziché rianimare i rossoblù come al San Paolo, ha ferito il Cagliari nell’orgoglio e lo ha buttato giù. I prossimi impegni si chiamano Modena, in Tim Cup, e Chievo, in campionato. In comune non hanno solo il colore della maglia, ma sono entrambe sfide che il Cagliari giocherà in casa. Vincere, ormai, è diventata l’unica cosa che conta.

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