2015
Cagliari, il cerchio si chiude: l’addio di Pisano e la fine di un ciclo durato dieci anni
Ci sono stagioni che, nel bene o nel male, segnano la storia di un club o la carriera di un calciatore. Ci sono stagioni che, nel bene o nel male, segnano la fine di un ciclo. E per il Cagliari, la stagione che ormai sta per concludersi, è una di quelle: la retrocessione in Serie B ha fugato ogni dubbio e accelerato il processo di rivoluzione che, forse, avrebbe dovuto innescarsi già dal primo giorno dell’era Giulini. Nessuna notizia ufficiale ancora, ma le voci provenienti dall’ambiente rossoblu e i messaggi neanche troppo velati lanciati dalla società rossoblu sui social negli ultimi giorni lasciano intuire che la storia tra il Cagliari e le sue bandiere Daniele Conti, Andrea Cossu e Francesco Pisano è ormai all’epilogo.
E se le prime due sembrano destinate ad essere ammainate sul viale tramonto, diverso è il discorso per il ventinovenne terzino di Selargius. L’addio di Bombetta– soprannome coniato da Nedo Sonetti in riferimento a una delle sue doti principali, l’esplosività – chiude idealmente un ciclo lungo dieci anni che ha visto il Cagliari protagonista in Serie A. Cresciuto nelle giovanili rossoblu, Checco fa infatti il suo esordio in Serie A appena diciottenne: è la stagione 2004/05, quella del ritorno in Serie A dopo la promozione centrata nell’anno precedente da una squadra che, come nell’immaginario di un ideale cerchio che si chiude, vanta diversi richiami con il presente.
È Daniele Arrigoni, tecnico scelto da Massimo Cellino per guidare i rossoblu, a dare fiducia a un giovanissimo Pisano: quarta giornata di campionato, il Cagliari affronta al Via del Mare di Lecce uno dei tanti scontri salvezza di quella stagione: è il Cagliari di Gianfranco Zola e David Suazo, ma anche di Diego Lopez, Daniele Conti, il guerriero Abeijon, Ciccio Esposito e Antonio Langella. I rossoblu passano in vantaggio a inizio ripresa grazie a un gol di Esposito, ma usciranno sconfitti per 3-1 complice anche un episodio chiave alla mezz’ora del primo tempo. Diego Lopez viene espulso per fallo da ultimo uomo su Bjelanovic, costringendo il tecnico romagnolo a ridisegnare l’assetto della squadra: fuori Gianfranco Zola, ironia della sorte uno dei tre tecnici transitati sulla panchina rossoblu in questa stagione, e dentro un ragazzino con il numero 14 sulle spalle che da lì in poi si prenderà la fascia destra del Cagliari.
Le prestazioni del terzino di Selargius in maglia rossoblu sono sempre più convincenti, tanto da consentirgli di diventare in poco tempo uno dei punti fermi della difesa del Cagliari e la possibilità di far parte della Nazionale Under 21 nel biennio 2007-09. Con gli azzurrini mette insieme 12 presenze, facendo il suo esordio con Pieluigi Casiraghi, altro tecnico passato per Cagliari in questa stagione, nell’amichevole del 15 agosto 2006 contro la Croazia e partecipando all’europeo di categoria in Svezia nel 2009.
Passano compagni e allenatori, intanto il gruppo storico superstite dalla promozione del 2004 si consolida nello spogliatoio rossoblu e Checco è ormai uno dei punti fermi di quella squadra. Il 19 aprile 2009, a dieci giorni dal suo 23esimo compleanno, al Sant’Elia è in programma la sempre sentita sfida contro il Napoli (2-0, grazie alle reti di Jeda e Lazzari). Il Cagliari è reduce da una stagione partita in sordina ma rivelatasi poi esaltante con Max Allegri in panchina: in quell’occasione, Pisano indossa per la prima volta dall’inizio la fascia di Capitano, entrando nella storia come il più giovane giocatore del Cagliari a portarla al braccio.
Una storia d’amore intensa e appassionata quella tra Pisano e il Cagliari, come quelle che segnano chiunque indossi la maglia della propria città, della propria squadra del cuore. E, come ogni lunga storia d’amore, è attraversata da alti e bassi, momenti indimenticabili e altri che vorresti cancellare, imprese emozionanti e infortuni che ti fanno soffrire in silenzio, lontano dal campo. Come quello capitato il 7 aprile 2013 in un tranquillo pomeriggio primaverile, quando nel corso del primo tempo della sfida con il Catania, Checco subisce la frattura del perone della gamba sinistra e deve abbandonare il campo per diversi mesi prima di fare il suo rientro.
Un infortunio grave e lungo, arrivato però non prima di essersi tolto la più grande soddisfazione con quella maglia che tanto ama, vale a dire il primo e unico gol in Serie A. Si torna indietro di un paio di mesi, è il 1 febbraio 2013 quando il Cagliari fa visita alla Roma, guarda un po’, sulla cui panchina siede proprio quel Zdenek Zeman che i rossoblu avevano scelto in estate per ripartire. Ma i giallorossi sono in crisi, la rottura tra il tecnico boemo e lo spogliatoio è ormai insanabile e gli effetti si vedono in campo: i rossoblu passeggiano all’Olimpico e in quella serata c’è gloria anche per Pisano, che realizza il gol del provvisorio 1-4 per il Cagliari: Bombetta scende sulla fascia, scambia con Sau, segue l’azione del compagno che inventa un tiro a giro che va a sbattere sull’incrocio dei pali, ma sulla respinta il pallone finisce sui piedi di Checco: controllo di suola, conclusione sporca di sinistro e palla che si infila in rete. Il resto è una corsa sfrenata, il bacio alla maglia e l’abbraccio con Andrea Cossu che alla vigilia aveva predetto il gol dell’amico e compagno.
Dieci anni di emozioni che hanno permesso a Pisano, proprio come i due fedelissimi compagni, di entrare di diritto nella storia del Cagliari. Con 231 presenze, tutte nella massima serie, Bombetta è infatti nella top ten della classifica delle presenze all-time in Serie A, in compagni di Conti e Cossu, ma anche Nené, Riva, l’altro grande amico Agostini, Cera e Martiradonna. Dieci anni che si chiudono nel modo più doloroso possibile ma che, siamo sicuri, qualunque sarà il suo futuro, potrà sempre riavvolgere ed assaporare schiacciando il rewind dei ricordi, proprio come il titolo di quel verso inciso sulla pelle insieme ai colori rossoblu e ai numeri di maglia dei compagni d’avventura. Grazie di tutto, Bombetta!