2015
Cagliari, il problema è la testa! Rossoblù sbloccati dal doppio vantaggio avversario
In una squadra che ha come obiettivo la salvezza, quando si ha a che fare con lacune tecniche e fisiche, l’aspetto psicologico diventa fondamentale. E’ quel fattore che ti permette di mettere in cascina punti importanti, specialmente quando si gioca in casa. E a Cagliari? Da queste parti anche il fattore testa è diventato un freno. Il capitano, domenica in Mixed Zone, dice: «Il Cagliari è una squadra che è abituata a combattere per la salvezza». Vero, e gli anni passati lo dimostrano. Proprio lui che, con quella zuccata al 95′ contro il Napoli, sbloccò il Cagliari di Ballardini che conquistò una salvezza insperata. Ma quella è un’altra storia. Torniamo all’attualità e leggiamo nei numeri il blocco mentale del Cagliari.
I CASI – Sono tante le volte in cui la squadra di Giulini è entrata in campo con la paura di sbagliare, di perdere. Spesso ha dovuto attendere il doppio vantaggio degli avversari per interrompere l’incantesimo e riversarsi in avanti per provare a ribaltare la gara. La prima volta è successo in Cagliari-Atalanta, quando prima Estigarribia e poi Boakye hanno ferito il Cagliari, suscitando la reazione dei rossoblù che hanno accorciato le distanze col rigore trasformato da Cossu (finì 2 a 1 per la Dea). In Cagliari-Sampdoria ci sono voluti i gol di Gabbiadini e di Obiang per scatenare i rossoblù, che hanno rimesso in sesto la gara coi gol di Avelar e Sau (finì 2 a 2). A Napoli i gol dei rossoblù, con Ibarbo e una doppietta di Farias, arrivarono soltanto dopo aver subito le reti di Higuain e Inler (3 a 3 finale). Proseguendo fino ad oggi troviamo lo stesso problema nelle ultime sfide casalinghe della squadra di Zola: Cagliari-Roma (Ljajic, Paredes e infine M’Poku), Cagliari–Inter (Kovacic, Icardi e il tiro di Longo deviato in rete da Carrizo) e la sfida di domenica scorsa contro il Verona (Toni, Juanito Gomez e al 90′ la rete di Conti su punizione). Ben sei episodi in tutto il campionato di cui cinque avvenuti in casa.
UN FRENO DA LEVARE – Una successione, queste ultime tre partite giocate al Sant’Elia, che fa paura. Il Cagliari ha il freno a mano tirato e se vuole sperare in una salvezza a fine stagione deve levarlo il prima possibile. In questa corsa per rimanere in Serie A i rossoblù non hanno trovato avversari più forti di loro stessi. Fino a quando la matematica non darà sentenza il Cagliari ha il dovere di provarci e di crederci. Per farlo occorre superare se stessi e rimboccarsi le maniche da qui fino alla fine del campionato.