2013
Cagliari-Inter vissuta dal prato di Assemini (FOTO)
Una città normale alla domenica si divide fra chi va allo stadio a tifare e chi si reca fuori porta per una gitarella. A Cagliari le due cose purtroppo coincidono, se il modo più concreto di far sentire la propria voce si traduce nell’andare ad ascoltare la partita alla radio in mezzo a campi di calcio deserti.
Ma, ancora una volta, la gente rossoblù sa piegare lo psicodramma in qualcosa di toccante.
Il Centro Coordinamento Cagliari Club aveva lanciato l’appello: venite tutti ad Assemini, in un modo o nell’altro riusciremo a non far sentire soli quei ragazzi che giocano a Trieste.
Detto, fatto. La società mostra una disponibilità seconda solo alla discrezione con cui lascia aperti i cancelli del centro sportivo e l’organizzazione dei tifosi colora il tutto con salsicce, altoparlanti e striscioni (QUI le foto del prepartita).
Ci sono circa duecento persone sull’erbetta di Assemini, tifosi scalmanati e famigliole. E poi ci sono i ragazzi della Special Olympics, che sanno unire entrambe le anime in modo irresistibile.
La partita inizia, ci si siede qua e là come in un picnic a seguire febbrilmente la radiocronaca mentre i bimbi rincorrono palloni correndo sul prato: gioiscono allo stesso modo per i gol del Cagliari e per le loro stesse prodezze estemporanee, ricordando a tutti le radici della propria passione.
Via etere si sente la squadra prendere il sopravvento sulla pluriscudettata di turno, tutto sembra possibile e man mano che la felicità sale il gruppone si sposta sotto le finestre della club house per salutare e incoraggiare l’ospite invisibile, il presidente prigioniero. Succede più volte, alternate da un rapido ritorno agli altoparlanti per sincerarsi che sia tutto vero (e che boato quando Vittorio Sanna in cronaca saluta la gente radunata ad Assemini).
E’ una festa, triste nelle premesse fondamentali ma incredibilmente contenta e orgogliosa sotto il sole che illumina i campi e questo Cagliari del girone di ritorno, entità invisibile ma amata come se fosse sempre a portata di carezza.
“Ci è venuto spontaneo organizzare questo evento” – racconta Stefano Pili, consigliere del Centro Coordinamento Cagliari Club – “abbiamo voluto manifestare vicinanza alla società e al suo presidente in un momento tanto difficile. Visto il risultato della partita è stata anche occasione per gioire tutti insieme, siamo soddisfatti“.
Il triplice fischio arriva, si alza il grido di giubilo dei presenti. I bambini continuano a giocare, a tutti gli altri il pallone è stato vigliaccamente rubato ma ad ogni occasione dimostrano la profonda ingiustizia della cosa con lo strumento principe del sardo: la dignità.
E quanto stonavano gli elicotteri delle forze dell’ordine a tenere d’occhio un picnic…
FOTO: ©CagliariNews24.com