2015
Cagliari, la Festa della normalità
Il Cagliari torna al successo in campionato dopo tre mesi e la vittoria su un campo storicamente tabù come quello di Firenze, dove i rossoblù non conquistavano l’intera posta da ben 43 anni, sembra improvvisamente riaccendere la fiammella della speranza di una squadra irriconoscibile, in positivo, per atteggiamento e applicazione in campo. Dopo aver toccato il punto più basso della stagione a ridosso della sfida casalinga con il Napoli, prima con il duro confronto tra squadra e tifosi, poi con una prestazione da squadra ormai rassegnata alla retrocessione e culminato con le dimissioni di Zdenek Zeman, l’arrivo di Gianluca Festa sulla panchina rossoblù è il trionfo della normalità.
Se a sette giornate dalla fine e con la zona salvezza ragionevolmente fuori portata la soluzione interna sembrava quella più logica oltre che la più economica per condurre una squadra a pezzi verso il termine della stagione, la promozione del tecnico monserratino ha riportato serenità e motivazioni in un gruppo che appariva svuotato di ogni stimolo ed incapace di reagire. In poche parole, il ritorno alla normalità di una squadra che ha come obiettivo stagionale la salvezza. Ciò che ha sorpreso di più della sfida di Firenze è stato innanzitutto l’atteggiamento mentale tenuto in campo dalla squadra, capace di difendersi in maniera ordinata e di saper soffrire in determinati momenti della partita per poi colpire in contropiede. L’atteggiamento di una squadra che ha voglia di combattere per portare a casa il risultato.
Merito senza dubbio di Festa, che ha saputo lavorare sulla testa dei giocatori e toccare le corde giuste all’interno dello spogliatoio, facendo leva sulla necessità di onorare il campionato sino all’ultimo a prescindere da ciò che potrebbe succedere da qui alla fine della stagione. Il tecnico non ha stravolto le certezze della squadra, ma rispetto alle alchimie tattiche del boemo, indigeste alla squadra eccetto qualche lampo di inizio stagione, ha saputo riportare in campo la normalità, appunto: rispolverando di fatto il ruolo del trequartista in grado di portare il pressing alto e di dare sostegno al centrocampo in fase di ripiegamento, ma allo stesso tempo di non concedere punti di riferimento agli avversari, un ruolo ormai entrato nel dna dei rossoblù da parecchi anni; mantenendo una squadra corta tra i reparti, dando così consistenza alla fase difensiva ed evitando pericoli alla porta di Brkic, anche nel momento di maggiore pressione della squadra viola.
Mosse supportate da alcune scelte di formazione del tutto nuove rispetto al recente passato e che hanno saputo mettere in risalto le singole individualità. Non solo in avanti, dove Cop si è rivelato decisivo con la doppietta personale, e Farias è stato imprendibile per tutta la partita suggellando la propria prestazione con una rete da fenomeno. Ma anche l’utilizzo di Ekdal nel ruolo di regista, autentica diga davanti alla difesa, e il rilancio di un Pisano dedito quasi esclusivamente alla fase difensiva, che ha saputo contenere le folate degli esterni viola. Da qui è nato il successo del Cagliari a Firenze, dopo undici giornate di sofferenza e delusioni: la normalità ha riacceso la speranza, ai rossoblù ora il compito di mantenere viva la fiammella.