Cagliari, la matematica dà speranza. Opportunità o lenta agonia?

Quella col Chievo sarebbe potuta essere la sfida che avrebbe potuto riaprire gli scenari. Così non è stato e, per quello visto in campo, il miracolo pare non essere alla portata di questo gruppo. Ciò non vuole essere un attacco alla squadra o alla società, ma una considerazione nuda e cruda di una realtà che a Cagliari si osserva da tanto tempo. Nessuna caccia alle streghe, ci mancherebbe. Anche perché i numeri continuano a tenere in vita la squadra di Gialuca Festa. Il marine monserratino non è riuscito a sfruttare l’effetto Zeman, dovuto alle dimissioni del boemo. Quella scossa è durata troppo poco, 90 minuti. Giusto il tempo di sbarazzarsi della Fiorentina. Al Bentegodi ci si aspettava una squadra col coltello tra i denti, ma così non è stato. Come spesso si è potuto vedere sul campo, il Cagliari è stato il principale artefice della propria disfatta.

Quanto conta adesso vincere contro il Parma? E’ scontato che la salvezza, una meta ormai lontana, non dipenda più dal percorso dei rossoblù. Anche se si dovesse perdere lunedì sera, prevedendo un’Atalanta vincente a Bergamo contro la Lazio, la distanza dai nerazzurri sarebbe di 11 punti. Una distanza che terrebbe ancora in vita il Cagliari a quattro giornate dalla fine. Opportunità e agonia, due facce della stessa medaglia in mano ai rossoblù. Più che la stagione c’è da salvare l’orgoglio, la dignità. Due parole spesso utilizzate dalla stampa per evidenziare la fragilità di un gruppo che non ha mai trovato una guida sicura per tanti motivi, non solo per l’allenatore. E allora, caro Cagliari, è arrivato il momento giusto per far vedere come si può anche retrocedere o perdere contro l’ultima della classe, tirando fuori tutto, il cuore prima di ogni altra cosa.