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Maran: «Sogno un Cagliari costruito intorno a Barella. Puntiamo al massimo»
In prima mattinata l’arrivo in Sardegna, poi la firma sul biennale con il Cagliari. Questo pomeriggio Rolando Maran si presenta alla stampa
Dopo qualche attesa di troppo il Cagliari ha ufficializzato l’arrivo in panchina di Rolando Maran. Il tecnico, reduce dall’esperienza triennale sulla panchina del Chievo Verona, negli scorsi giorni si è liberato dal vincolo che lo legava agli scaligeri ed in mattinata ha firmato un contratto di durata biennale con i sardi. Questo pomeriggio il nuovo allenatore rossoblù si presenta ai media nella sala stampa della Sardegna Arena: segui il live della conferenza stampa sulle nostre pagine.
La conferenza di Carli e Maran
C’è anche il direttore sportivo Marcello Carli con Rolando Maran nella sala stampa della Sardegna Arena. Il primo a parlare il ds: «Siamo qui per presentarvi il mister. Siamo strafelici. Oggi inizia un percorso nuovo e una nuova stagione. Con l’allenatore non abbiamo ancora avuto modo di confrontarci e iniziare la gestione tecnica. Sono convinto che rimarrà a lungo e qui a Cagliari farà grandissime cose».
MARAN SI PRESENTA – «Sono felice di essere qui – esordisce il nuovo tecnico rossoblù – devo ringraziare il presidente e il direttore sportivo per aver scelto me. Era da tanto che non mi emozionavo così, sento una grande responsabilità. So cosa significa allenare questa squadra, l’ho imparato venendo a giocare qui. Quello che ho sempre respirato qui a Cagliari ha trovato conferma nella mia visita alle strutture e dalle chiacchierate con la società. C’è tanto lavoro da fare ma la cosa non mi spaventa, ho voglia di mettermi a disposizione di società e città per conquistarmi la stima di un popolo intero: so che è una cosa che vale tantissimo».
LA SCELTA – Prende nuovamente parola Carli: «Ci tengo a ringraziare Diego Lopez, non è stato facile decidere di cambiare ma l’annata è stata difficile e siamo arrivati alla decisione di cambiare. Abbiamo fatto le nostre valutazioni. Mi ha fatto un po’ incazzare percepire che la scelta di Maran sarebbe stata del presidente senza il mio consenso: non sarei qui a presentarlo se non fosse una scelta condivisa. Abbiamo fatto diversi sondaggi, poi col presidente siamo arrivati alla conclusione che Rolando è l’uomo giusto. E’ forte e sa gestirsi, può far giocare la squadra come vogliamo noi se gliela costruiamo bene e sa affrontare anche i momenti difficili. Maran è il nuovo, poi che abbia nel suo DNA il 4-3-1-2 è vero e combacia con la nostra rosa. La scelta è stata fatta confrontandoci costantemente e non è né di Giulini né di Carli: è del Cagliari Calcio. Per noi Rolando ha tutte le caratteristiche che vogliamo e sa anche che vogliamo un calcio propositivo. Sta a noi dargli la squadra giusta, per me è una grande scelta».
RESPONSABILITÀ – «So quanto questa squadra conta per il popolo sardo – prosegue Maran – ed è una cosa che sento già sulla pelle. Sento di assomigliare caratterialmente a questa piazza, mi piace essere sicuro delle mie scelte e far parlare lavoro e passione. Sono stato accostato a questa maglia anche in passato e mi fa piacere, quest’anno c’è stata per la prima volta la possibilità di scegliere. Debbo rispetto alle società per cui lavoro e quando c’è un contratto non si discute. Stavolta ero meno vincolato e sono felice di essere qui. Mi ha convinto la voglia di crescere insieme. C’è la voglia di migliorarsi sempre anch’io, portando le mie idee, voglio crescere insieme a questa società. So che potrò lavorare come piace a me, a 360 gradi e agendo su tutti i fronti con il ds. Voglio che il Cagliari si riconosca protagonista delle sue prestazioni e possa prendersi le sue soddisfazioni. A Catania ho avuto la fortuna di arrivare ottavo facendo il record di punti, passa tutto attraverso il lavoro. Ci vuole una mentalità propositiva, i giocatori devono pensare di essere più forti degli altri. Ci saranno anche momenti meno buoni ma dobbiamo sempre essere artefici delle nostre prestazioni. Voglio una squadra che conquisti i tifosi attraverso questi concetti, fino ad andare anche oltre i propri limiti. Ho visto nella dirigenza la voglia di far bene. Il Cagliari ha giocatori importanti e ho fiducia nell’operazione di mercato della società. Al di là dei nomi, quando c’è questa volontà di fare è sempre un buon punto di partenza».
MERCATO – «Conoscete il nostro obiettivo – dice Carli – mantenere una base con anche giocatori di prospettiva che vogliamo diventino la nostra forza. Veniamo da un’annata difficile, quindi serve umiltà. Gli obiettivi sono quelli di mantenere la categoria, e questo non vuol dire non poter sognare. Le risposte le darà il lavoro. Non abbiamo avuto ancora il tempo di stare insieme, io e il mister. C’è qualche idea, come detto, e in più vogliamo tre o quattro giocatori che migliorino la squadra. L’anno scorso è stato difficile, questo deve essere quello della ripartenza».
BARELLA, STORIA E CASTRO– Nonostante le tentazioni di mercato, Maran vorrebbe ripartire dal gioiello cagliaritano Nicolò Barella: «Sogno un Cagliari costruito intorno a lui, ha grandi prospettive. Difensivista? Il calcio è strano e vive anche di etichette, chi guarda le partite invece sa che voglio far parlare il campo e guadagnarmi la stima della gente e di chi mi dà fiducia. Venendo qui in sala stampa guardavo le foto della storia del Cagliari, ho conosciuto oggi Conti e spero di conoscere presto Gigi Riva: sono felice di essere qui e volevo venirci da qualche anno. Ci siamo confrontati io e il direttore e dobbiamo sviluppare alcune idee. La squadra che voglio deve essere attiva e non subire la partita. Se gli altri saranno più bravi, vogliamo comunque uscire a testa alta e provarci sempre. Quanto ci ho messo a decidere di dire sì al Cagliari? Niente, non ho avuto alcun dubbio. Castro? Parlare di giocatori non miei non mi piace, fatta salva la stima che ho per lui. Ora penso ai giocatori del Cagliari, mi intriga l’idea di costruire una squadra su giocatori come Pavoletti ed altri: vogliamo migliorare la squadra ma la base è già importante. Non giudico chi è venuto prima di me, non sarebbe rispettoso. L’idea di venire qui risale a poco dopo la fine del campionato. Essere in un ambiente più caotico rispetto a Chievo mi emoziona e mi fa sentire responsabilità e voglia di lavorare».
JOAO PEDRO E MARAN – Il ds Carli fa le sue valutazioni sulla rosa del Cagliari e su Maran: «Sono in un posto che mi rende felice e sento attorno a me una buona società, sono tutti segnali positivi. Joao Pedro può essere un nostro punto di forza, l’anno scorso l’ho sgridato perché sono convinto che può dare ancora di più. Un po’ di colpa è anche della stampa se Maran non ha la considerazione che merita. Pochi anni fa era in lizza per la Fiorentina, ma era legato al Chievo ed è voluto rimanere lì a salvare la squadra ancora per anni. Rispetto a tanti giovani emergenti lui ci dà grandi garanzie, un po’ come quelle che sentivo da Giampaolo quando lo portai a Empoli dalla Serie C. Rolando è bravo, sta a noi dargli la squadra giusta. Non possiamo negare la trattativa con Srna, ci siamo parlati perché è un ragazzo di personalità che ci potrebbe dare tanto anche nello spogliatoio. Indovinare un paio di giocatori di carisma ma ancora in grado di fare bene è una cosa importante, parliamo di uno abituato a giocare in Champions. Cagliari gli è piaciuta moltissimo, ora dovrà pensarci su».
MARAN A CAGLIARI – «Mi ha impressionato il calore del popolo sardo – dice ancora Maran – la chiacchierata con Conti mi ha confermato l’impressione che Cagliari mi aveva sempre dato. Nello spogliatoio sono sempre me stesso e porto avanti le mie idee, a Cagliari come ho sempre fatto ovunque. Qui i ragazzi hanno voglia di rimettersi in discussione e crescere, questo mi fa ben sperare. E’ vero, qui ho vinto spesso ma le partite sono tutte diverse. Preferisco pensare a concetti morali come l’appartenenza, che regolano la mia vita e il mio lavoro. Devo essere capace di tirare fuori il meglio da tutti e sono convintissimo che questo accadrà. Se ho scelto Cagliari è per questo. A volte credo che le cose non vengano per caso, l’esonero dello scorso anno mi dà ancora più spinta. Passata l’incazzatura rimane la voglia di riscatto. La lotta salvezza è sempre complicata, non dobbiamo guardare all’obiettivo minimo perché per adesso preferisco pensare che questa squadra può fare il massimo. Riuscire ad essere sempre protagonisti può consentirci di sognare, sapendo che ci sono difficoltà ma senza nessuna paura se non quella di non dare il massimo. Prima di venire qui ho parlato con tante persone, anche Legrottaglie che conosco bene. Ma quando arrivi qui e parli con un tifoso capisci subito che c’è qualcosa di diverso nell’aria. Ho avuto la fortuna di allenare anche in Sicilia, capisco meglio cosa significhi la squadra per un popolo. Le mie idee che vi espongo oggi sono parole, non vedo l’ora di dimostrarvi i miei valori sul campo. Ricordo l’esonero di Catania arrivato dopo una sconfitta qui a Cagliari, segnò Pinilla allo scadere con una rovesciata. Sono episodi, nella mia carriera preferisco pensare al lavoro».