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L’uscita del labirinto

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La vittoria contro l’Inter rappresenta uno snodo importante del campionato del Cagliari. Merita attenzione il processo grazie al quale i rossoblù hanno trovato la via d’uscita dalla crisi

Chistionai pagu, traballai meda. Lo slogan del primo Cagliari dell’era Giulini, quello che si presentava ai nastri di partenza del campionato con Zeman in panchina e tanti giovani alle prime esperienze in Serie A, è un sempre verde. E ben si adatta al periodo che il Cagliari ha vissuto negli ultimi mesi. La prestazione e la vittoria contro l’Inter – sia chiaro sin da subito – non pongono automaticamente la squadra di Maran fuori dalla crisi, anche perché la fragilità mostrata spesso e volentieri nell’ultimo periodo insegna a mantenere cautela. Però rappresentano senz’altro un punto di partenza per il futuro. E, in senso opposto, un piccolo punto d’arrivo: il risultato di un processo che merita attenzione.

L’exploit contro l’Inter è frutto di un lavoro extra, imprevisto ad inizio stagione: poco meno di un mese fa il Cagliari sembrava ben lontano dall’uscita del labirinto, con tanti infortuni a peggiorare una situazione di confusione e di difficile lettura. Approcci alle gare sistematicamente sbagliati, gol subiti spesso al primo tentativo avversario, difficoltà anche nei disimpegni più semplici. Mente offuscata dall’aria pesante che si respirava nell’ambiente. Quel che sino a poco tempo prima sembrava essere ormai acquisito stava andando in frantumi. Maran, confermato dai vertici societari nonostante un’involuzione che non accennava ad arrestarsi, è riuscito a rialzare la squadra.

Chistionai pagu, traballai meda. Parlare poco, lavorare tanto: il Cagliari attuale ha mutuato il vecchio slogan e lo ha messo in pratica. E’ questa la linea seguita dai rossoblù, che nel corso di una crisi che appariva senza fine hanno guardato in faccia la realtà e capito che l’unica strada per uscire dal labirinto era il lavoro. «Sbattere la testa contro il muro, ne usciremo», per riprendere le parole di Cigarini di appena un mese fa. Consapevoli che per superare il periodo nero l’unica soluzione fosse conviverci e fare dei piccoli passi alla volta. Anche se poi la domenica, ogni maledetta domenica (visto che siamo in tema di slogan…) il lavoro settimanale non emergeva sul rettangolo di gioco. Perchè quando le preoccupazioni e le paure prendono il sopravvento tutto vien più difficile.

Il club ha mantenuto la mano ferma confermando Maran nonostante le difficoltà quando il rovesciamento in panchina sembrava la soluzione più semplice, la scorciatoia per superare il momento scuro e goderne i benefici nel breve periodo. Il tecnico ha predicato calma all’ambiente esterno e lavorato tanto sulla testa della squadra. Un lavoro fatto di piccoli passi in avanti per lasciarsi alle spalle il periodo nero e riafferrare gradualmente delle certezze che stavano scivolando via. L’enfatizzazione dei piccoli miglioramenti nonostante le sconfitte ed i tentativi di allontanare la negatività attorno alla squadra facevano parte di un piano più ampio, solo a posteriori di più semplice lettura. Una sorta di percorso fisioterapico che sembra aver dato i suoi risultati: il paziente, vistosamente claudicante, ha ripreso a correre. Anche se è chiaro che da qui a fine stagione non sarà tutto in discesa.

Il Cagliari passivo ed arrendevole degli ultimi mesi ha lasciato spazio ad una squadra nuovamente viva, con carattere e voglia di affermarsi sull’avversario con le proprie armi. Dalla vittoria contro il Parma alla prestazione positiva – considerando l’infermeria piena – contro la Sampdoria. Il culmine nel match contro l’Inter, in cui la squadra isolana ha probabilmente sfoderato la miglior prestazione stagionale. Se è vero che tre indizi fanno una prova, è anche vero che la cautela non è mai troppa. Difficile dire se il Cagliari sia totalmente guarito, di certo il periodo peggiore è alle spalle.

Vincere aiuta a cementare certezze vecchie ed a formarne di nuove, a rinforzare il gruppo ed a guardare al futuro con maggiori serenità ed ottimismo. Scovata l’uscita del labirinto, anche le parole degli ultimi mesi – che non trovavano riscontri nel concreto – acquistano maggior significato. E la prestazione di venerdì sera conferma che il problema era in gran parte mentale: pressing a tutto campo, grinta, lucidità, giocate di qualità ed un’organizzazione che non si vedevano da tempo hanno portato ad una vittoria che poteva essere anche più larga. Insomma, vincere aiuta a vincere. E farlo contro l’Inter, dopo un periodo di apnea così lungo e travagliato, gratifica il lavoro oscuro degli ultimi mesi ed inietta nella squadra nuova linfa ed una ritrovata consapevolezza nei propri mezzi. I migliori elementi per lasciarsi alle spalle il labirinto ed affrontare al meglio il rush finale.


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