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L’impatto dei nuovi nell’avvio di stagione del Cagliari

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Nel corso del calciomercato il Cagliari ha messo a segno diversi colpi interessanti: da Srna a Castro, passando per Klavan e Bradaric. Ma come hanno reagito all’impatto con il rossoblù?

Andate le prime otto giornate, siamo quasi giunti al quarto di campionato. L’avvio è sempre insidioso, ricco di incognite legate all’adattamento dei nuovi ed alla risposta fisica alla preparazione estiva. Nel caso del Cagliari entrambi i fattori costituivano delle incognite a dir la verità non eccessivamente preoccupanti. Il motivo è che il club isolano ha scelto e seguito una linea ben precisa nella progettazione e costruzione della squadra. Maran al timone, come spiegammo quando ancora si attendeva l’ufficialità e come confermò poi Carli, è stato scelto per la sua abilità di navigare in acque agitate ma anche per tentare di riprendere un discorso che l’allenatore iniziò a Catania e che fu poi costretto ad accantonare. In casa sarda le difficoltà iniziali, dovute all’adattamento di alcuni elementi arrivati dall’estero ed all’interiorizzazione del nuovo credo tecnico, sembrano alle spalle.

L’impatto dei nuovi nell’avvio di stagione del Cagliari

Andiamo a vedere come hanno reagito i volti nuovi del Cagliari 2018/19 all’impatto con il mondo rossoblù (e, alcuni, con la Serie A).

CASTRO – In occasione del suo insediamento al Chievo Maran portò, proprio dai piedi dell’Etna, Lucas Castro. E nel nuovo cambio di panchina – dal Veneto alla Sardegna – il tecnico trentino ha voluto l’argentino ancora con sè. Partiamo dal classe ’89 di La Plata, uno dei più attesi tra i volti nuovi del Cagliari 2018/19. E lui si è fatto attendere, parecchio. In grossa difficoltà all’esordio contro l’Empoli alla prima giornata, el Pata è cresciuto gradualmente senza mai toccare, però, quei livelli che chi lo conosce bene aspettava di vedere. Poi l’exploit contro il Bologna: schierato trequartista, Castro ha messo lo zampino (o, meglio, il piedone…) sul successo contro i felsinei. Due assist, tanto movimento e belle giocate. La miglior gara da quando è in rossoblù, in attesa del gol. Nelle passate uscite, pur garantendo una certa dose di tecnica, era apparso spesso in difficoltà nei compiti di contenimento a causa di un ritmo troppo compassato. Ritmo che si è visto anche quando ha giocato dietro le punte ma in quel caso, parzialmente svincolato dai suoi vecchi compiti difensivi, ha potuto essere più lucido in fase di possesso.

SRNA – L’ex Shakhtar Donetsk, oltre ai riflettori mediatici sul club, ha portato in Sardegna tanti dubbi sulla sua condizione fisica. Arrivava in Serie A a trentasei anni. Anche perchè un club come il Cagliari non se lo sarebbe potuto permettere in altre condizioni. Ma, soprattutto, arrivava da una squalifica di un anno. Srna ha spazzato via i dubbi dalla prima gara e si è dimostrato più che all’altezza della situazione. L’esterno destro croato ha confermato una professionalità esemplare e sul campo, a dispetto della carta d’identità, corre come un ragazzino. Dopo l’esordio alla seconda giornata è sempre partito titolare ed è stato sostituito soltanto nell’ultimo match per infortunio. Una locomotiva sulla fascia destra del Cagliari, che traina vagoni d’esperienza. E di tecnica: il piede è sempre quello, lo si è visto nei tanti cross calibrati che puntualmente arrivano nell’area avversaria e nella capacità di sviluppare la manovra dalle retrovie (in attesa che gli venga affidato anche l’incarico di calciare qualche punizione…). Andrà gestito, non potrà andare a mille per le prossime trenta partite. Ma l’impressione è che il bello debba ancora venire.

KLAVAN – Altro acquisto di lusso. Il centrale tirato fuori dal cilindro negli ultimi giorni di calciomercato, quando Tonelli e Kannemann erano troppo difficili da raggiungere in poche ore. Non una seconda scelta, però. Il difensore estone, reduce da due anni di Liverpool e quindi di Anfield, Champions League, Premier e tutto ciò che ne consegue sul lato dell’esperienza e della crescita, si è rimesso in gioco al Cagliari. I convenevoli si sono saltati: a causa dell’infortunio di Ceppitelli il capitano dell’Estonia è stato subito gettato nella mischia alla seconda giornata. Contro il Sassuolo s’è visto un giocatore inevitabilmente spaesato e succube dei meccanismi tattici e difensivi. Un fattore pagato caro dai sardi: fu lui a tenere in gioco Berardi in occasione del gol del momentaneo 1-1. Meglio nelle giornate a seguire, nel corso delle quali abbiamo avuto modo di farci un’idea del difensore: il classico centrale ben strutturato fisicamente, abile nelle palle alte e nella marcatura, meno nel difendere in campo aperto. Dalla Premier si porta dietro la decisione nei contrasti e qualche proiezione offensiva palla al piede alla quale in Italia non siamo ancora abituati. E porta in eredità anche una certa leggerezza nel leggere situazioni e movimenti degli attaccanti dirimpettai, aspetto che migliorerà nel corso dell’esperienza italiana.

BRADARIC – Prima avventura in un campionato di livello per il croato, che è arrivato in Sardegna da vice campione del Mondo. Tra Cagliari e Bordeaux, quindi tra Serie A e Ligue 1, ha scelto i primi. L’ex Rijeka è un mediano che al Cagliari mancava da tempo: abbina interdizione e costruzione della manovra. In rossoblù è il perno di un centrocampo i cui interni accompagnano l’azione e deve dunque garantire equilibrio alla squadra e mantenere le giuste distanze con gli altri due reparti. Compito che svolge bene, grazie alla capacità di seguire la trama avversaria e prevedere la zona di campo in cui andrà la palla. Non un extraterrestre, sia chiaro, ma un calciatore dotato di un’intelligenza tattica certamente sopra la media. Bradaric è sempre (o quasi, altrimenti sì, sarebbe un alieno) nel posto giusto, nonostante difficilmente si lasci mostrare in affanno: sul campo non sta mai fermo, il suo è un moto perpetuo per presidiare di volta in volta la zona nevralgica (2.1 i passaggi intercettati a partita). Al di là di qualche sventagliata, non è il tipo di mediano che ama giocare lungo: appena 3.3 a gara i passaggi lunghi realizzati finora, ben distanti dai 40 passaggi corti a partita. Deve ancora ambientarsi del tutto nel calcio italiano, ma è senz’altro nella giusta via.

CERRI – Unica nota stonata tra i nuovi arrivi del Cagliari. Il suo rendimento, complice anche l’infortunio estivo che l’ha costretto a saltare parte della preparazione, non è certo stato all’altezza dei 10 milioni complessivi che verranno spesi per acquistarlo dalla Juventus. L’attaccante classe ’96, già a Cagliari in Serie B nel 2015/16, ha dimostrato di essere cresciuto tanto da allora. Nell’ultimo campionato cadetto, con la maglia del Perugia, ha messo insieme 15 gol e 10 assist. Non certo bruschette, anche se è chiara la differenza tra Serie B e Serie A. Un altro mondo, al quale Cerri deve ancora abituarsi. Finora Maran l’ha schierato in due sole occasioni: nel finale di gara di Empoli (cercando di sfruttare la sua fisicità in area per rimontare il doppio svantaggio) e dall’inizio a Parma, a causa del forfait dell’ultima ora di Pavoletti. Non di certo un avvio brillante, anche se le attenuanti non mancano.

ARESTI (E PAJAC) – Uno è il figliol prodigo, tornato a casa ed in Serie A dopo nove anni di gavetta tra Serie C e B, l’altro è l’unico giocatore di movimento non ancora sceso in campo in stagione. In comune hanno proprio i zero minuti accumulati finora e la fila di fronte: Aresti è il terzo portiere dei sardi e difficilmente, come da programmi, vedrà il campo.
Pajac è l’unico della lista a non essere un acquisto vero e proprio. Ma è l’unico in rosa rientrato da un prestito (tra l’altro positivo, a Perugia) e confermato in squadra. Il croato finora ha visto avvicendarsi sulla fascia sinistra Lykogiannis (titolare, sulla carta), Padoin e Faragò. Gli ultimi due sono adattati (e, a dirla tutta, anche il classe ’93 ex Celje ha abbassato il suo raggio d’azione soltanto nella passata stagione): se non gioca un motivo ci dovrà per essere…

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