Cammarata: «Cagliari signora squadra, ma Hellas favorita» - Cagliari News 24
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2013

Cammarata: «Cagliari signora squadra, ma Hellas favorita»

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Fabrizio Cammarata arrivò al Cagliari proprio dal Verona nell’estate del 2000, per una cifra clamorosa che si aggirava intorno ai 14 miliardi di lire. Nelle sue tre stagioni e mezza in Sardegna l’attaccante siciliano non confermò le aspettative segnando 24 gol in 127 partite: lasciò l’isola nel gennaio 2004 per andare al Parma, mentre il Cagliari si lanciava alla conquista della Serie A.
Nella sua qualità di doppio ex di Hellas Verona e Cagliari, l’aeroplanino di Caltanissetta è stato intervistato dal quotidiano scaligero L’Arena.

Come tanti osservatori del calcio italiano, l’ex attaccante è impressionato dall’inizio di stagione del Verona: «Non c’è un giocatore o un aspetto più di un altro. Quel che ti sorprende in positivo è l’atteggiamento, magari il Verona prende gol ma resta a testa alta. Continua col suo gioco, non arretra di un millimetro. Bravissimo Mandorlini, perché in B aveva ragazzi che facevano la differenza e con quelli vai fino in fondo. Conosco il campionato. In A invece l’allenatore deve metterci del suo, non era facile per Mandorlini avere la certezza che il suo gioco potesse essere efficace anche al livello più alto».
I gialloblù sono un mix di qualche giocatore esperto e tante sorprese: «Iturbe e Martinho. Quando hai due così in squadra sai che può sempre succedere qualcosa. Toni? L’hanno dato per finito troppo presto, ma è proprio in momenti come questi che esce il carattere del campione. Sta dimostrando tutto il suo valore. Se la gente vuol far credere che non ne hai più quando invece ti senti di poter dimostrare ancora tanto nei grandi giocatori scatta una molla supplementare. Con Toni secondo me è successo questo. In più, adesso, è nella piazza giusta».

Dall’altra parte un Cagliari allenato da Diego Lopez, che Cammarata ha avuto per compagno in rossoblù: «È una persona favolosa, di sani principi, umile, di poche parole. Da compagno di squadra mi ha lasciato molto. Nello spogliatoio era un leader silenzioso, parlava coi fatti. Quando passi dal campo alla panchina non puoi rimanere lo stesso. Qualche atteggiamento però gli è rimasto. Parla poco anche in panchina, ho avuto un rapporto straordinario con lui e sono contento sia arrivato fino alla prima squadra». La mente vola a quei tempi: «C’erano Suazo, il grande Zola, Daniele Conti, Esposito. Arrivai lì dopo il Verona. E furono quattro anni splendidi, come vivere in una grande famiglia. Il merito? Del presidente Cellino, lui tiene molto a queste cose. Non fidatevi delle apparenze, Cellino è una persona fantastica. Ti fa star bene, si preoccupa molto del contorno, è un uomo vero. In più capisce molto di calcio».

Visto il momento delle due squadre, l’analisi di Cammarata pende verso i colori gialloblù: «Bella partita. Un favorito c’è, l’Hellas sta facendo cose straordinarie. E poi gioca in casa, il Bentegodi non può non essere un fattore. Attenzione però, basta guardare i nomi di chi ci sarà dall’altra parte per non far stare tranquillo nessuno. E Lopez è un mister bravo, almeno questa è l’impressione da spettatore. Il Cagliari? È una signora squadra, l’anno scorso l’ha dimostrato e rispetto ad allora sono rimasti più o meno gli stessi. Il Verona dalla sua ha però l’intensità che soprattutto in casa diventa un’arma micidiale. E la voglia di voler sempre attaccare, non è da tutti specie se sei una matricola. Si può vincere la partita, di certo non sarà così semplice».

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