2013
Cartoline di un anno rossoblu’.
Il 2013 volge al termine e come di consueto in questi casi, tornano alla mente, immagini, momenti, suoni, emozioni di un anno di calcio.
Gennaio 2013: il nuovo anno inizia con la prima partita del girone di ritorno tutta in rossoblu’: Cagliari da una parte, Genoa dall’altra, prima partita dell’anno giocata in quella che finalmente potevamo chiamare casa: lo stadio Is Arenas.
Il 21 dicembre precedente, per un ritardo sull’autorizzazione all’apertura, si era dovuta disputare Cagliari- Juventus,
in uno stadio lontano quanto assurdo: il Tardini di Parma.
Inizia cosi il calvario Is Arenas, quello che per pochi mesi era diventato il sogno di poter riabbracciare la propria squadra del cuore, stava diventando un nuovo incubo domenicale, dall’inizio di ogni settimana della partita casalinga un valzer di attese, smentite e partenze.
E’ un momento magico e incredibile quando il 1 Febbraio 2013,il Cagliari rientra dalla trasferta di Roma con il bottino pieno, 4 goal e quella voglia di rivincita, per quello 0 a 3 a tavolino dell’andata che ancora bruciava cosi tanto .
Il 14 febbraio, nella giornata che celebra l’amore, come un fulmine a ciel sereno, arriva la notizia dell’arresto del patron Massimo Cellino.
Alla fine del mese di Febbraio, lo stadio viene definito inagibile dalla Commissione di Vigilanza, le restanti partite contro Torino, Sampdoria e Fiorentina verranno disputate a porte chiuse, mentre quelle contro Inter, Udinese, Parma e Lazio al Rocco di Trieste.
Fotografie da Cagliari: 11 Marzo 2013, la partita tra Cagliari e Sampdoria si gioca a porte chiuse, ma un gruppo di tifosi rossoblù si e’radunato per sostenere la squadra dall’esterno dello stadio di Is Arenas.
Al termine della partita la squadra capitatanata da Andrera Cossu, esce a ringraziare i tifosi e come in una struggente scena d’amore, quell’abbraccio fraterno tra il numero 7 rossoblu e un tifoso arrampicato sopra un cancello, ci da l’idea di quanta passione filtri da da quelle porte chiuse.
Le partite successive sono all’insegna della solidaroeta’ al presidente Cellino con radiolina, sciarpe, cori fuori da Buon cammino e viaggi a Trieste.
Il presidente tornera’ in libertà il 14 maggio 2013 e poco dopo, comunichera’ la decisione di abbandonare definitivamente lo stadio di Quartu.
Il Cagliari raggiunge la salvezza con tre domeniche d’anticipo e termina il campionato all’undicesimo posto, con 47 punti.
Per come sono andate le cose e’ una grande vittoria, ma l’agonia non finisce.
Il campionato rinizia ancora una volta al Nereo Rocco di Trieste, ancora una volta lontano anni luce da Cagliari, dai tifosi, da casa.
Finalmente il 19 ottobre riapre il sant’Elia: la Lega calcio e il comune rilasciano le autorizzazioni per giocare contro il Catania davanti a circa 5.000 spettatori, fatiscente, brutto, decadente, ma il Cagliari e’ finalmente tornato a casa, tra la sua gente, nella sua terra.
Pinilla segna il goal della vittoria e la foto piu’ bella di quest’autunno sardo e’ il suo splendido abbraccio al popolo della nord,
un abbraccio che rappresenta simbolicamente il ricongiungimento con i propri cari.
Cartolina di novembre: allo scadere del secondo tempo che stava per chiudere in pareggio una brutta partita contro Il Torino, Daniele Conti sigla su punizione uno splendido goal che varra’ la vittoria finale, sigillato da una lunga corsa con un commovente abbraccio al suo bambino: eccola l’immagione piu’ bella e rappresentativa di questo 2013, un padre che abbraccia un figlio, una passione che si tramanda di generazione in generazione, perche’ potra’ non esserci lo stadio, potra’ non esserci il presidente, potranno chiudere i cancelli ma noi, saremo sempre li, a gioire e a soffrire da lontano come da vicino, da Trieste come da Cagliari, nel bene o nel male.
La passione e’ un sentimento che va alimentato perche’ seguiti a vivere, ma l’amore per questa squadra, ha radici profonde, di appartenenza, di rappresentanza indiscussa.
Lo stesso senso di appartenenza che inorgoglisce il ritorno a casa dei calciatori rossoblù dalla dura trasferta di Roma, all’alba della catastrofica alluvione che a fine novembre ha messo in ginocchio la terra sarda.
Siamo a tirare le somme dunque, un anno e’ trascorso e siamo qua, con 20 punti in classifica e con un 8° posto in condominio con un bel po’ di altre squadre e con quella voglia di esserci e di gridare che comunque vadano le cose la nostra passione superera’la barriera del tempo, quel tempo che quando ami profondamente qualcosa sembra non esistere.
Istantanee in bianco e nero: quelle dei padri che raccontano ai figli le gesta di una squadra che ha saputo riempire d’orgoglio una regione intera.
Istantanee a colori: quelle della nostra generazione e di quelle che verranno, che avranno per sempre in comune l’amore per questa bandiera, quelle dei nostri tempi, tempi in cui il calcio veloce e votato al dio denaro, riesce ancora a regalare meravigliose cartoline di questo 2013 dipinto di rossoblù.