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Caso Prisma, CdA Juve sulle “carte segrete”: «Irrilevanti e inesistenti sotto il profilo giuridico»
Caso Prisma, la Juventus si è espressa laconicamente tramite il proprio CdA per quanto riguarda le presunte “carte segrete”
Continua a tenere banco la questione relativa alle scritture private, secondo gli inquirenti finalizzate al riacquisto dei giocatori, venute fuori durante le evoluzioni dell’indagine sulle operazioni di mercato svolte dalla Juventus nel triennio 2019-2021. Si tratta del caso prisma, l’insieme di analisi e revisioni portate avanti dalla Procura di Torino (ma anche Bologna e Cagliari) sui bilanci della Vecchia Signora. Queste presunte “carte segrete” avrebbero avuto il proprio senso d’essere nel consentire ai bianconeri di avere un canale preferenziale per riaquistare i giocatori venditori, quali Orsolini al Bologna e Cerri al Cagliari, garantendosi una sicura plusvalenza per risanare i conti del club piemontese. La realtà dei fatti – informa oggi Tuttosport – ci riporta però al fatto che nè il giocatore dei felsinei nè l’ex punta dei sardi (ora del Como) hanno mai fatto ritorno a Torino per indossare la maglia a tinte bianco e nera. Il solo ad avere seguito tale iter è Mandragora, il quale sarebbe dovuto essere riacquistato per 26 milioni, secondo quanto rinvenuto dai pm; eventualità non verificatasi dato che il trasferimento comportò un’uscita di 10 milioni più bonus. Inevitabilmente allora la società ha deciso di pronunciarsi a riguardo, tramite la relazione finanziaria appena approvata dal CdA juventino, in questo modo:
«I promemoria attinenti a possibili operazioni di mercato con altri club non rappresentano contratti: i nostri consulenti legali e contabili ne hanno accertato la radicale irrilevanza e inesistenza sotto il profilo giuridico, sia per l’ordinamento sportivo sia per quello statuale».