2013

Cellino : «Mai più a Trieste»

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«Chiunque arriva al Nereo Rocco ci fischia e insulta. Offendono i Quattro mori eppure giochiamo in casa. E non si tratta di un gruppetto di ultrà. La verità? Forse siamo diventati un peso ovunque. Siamo gli zingari d’Italia. Viviamo una situazione assurda e insostenibile. A Trieste non torniamo: ho i giocatori sul piede di guerra. Se non giochiamo al Sant’Elia per il Catania il 19 ottobre, piuttosto andiamo a Livorno».
Parole e musica di Massimo Cellino, che alla Gazzetta dello Sport ha manifestato uno stato d’animo di esasperazione per l’esilio triestino, anche al di là del fatto che si tratti di giocare lontano da casa: non ci sarebbero più le condizioni ambientali per portare la squadra a disputare le gare casalinghe nella cittadina giuliana.

La speranza di tutti è che si possa rientrare al Sant’Elia per la gara interna col Catania, ma il presidente del Cagliari non mostra ottimismo: «È tutto o quasi fermo. Dopo tanti buoni propositi e tanta gente in fila che giurava di avere a cuore il futuro della squadra e della tifoseria, si va al rallenty. E qualsiasi cosa accada, per coprire magagne e lentezze, diranno che la colpa è mia, perché sono arrogante e non ho pazienza. Intanto, prendono in giro i cittadini. Il rapporto con il Comune? Sono fiducioso ma c’è chi vuole metterci i bastoni tra le ruote. Se non sono simpatico, attacchino me. Ma la squadra e i tifosi hanno il diritto di vedere la fine del pellegrinaggio. A Trieste non torniamo. Forse, accetto l’invito a Livorno del dottor Cardona: il prefetto ci accoglierebbe a braccia aperte».

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