2014
Cellino ribadisce: «Via Lopez, non condividevo le sue scelte»
Massimo Cellino conferma, semmai ce ne fosse bisogno, l’allontanamento di Diego Lopez e il ritorno di Ivo Pulga alla guida del Cagliari. Il patron della formazione rossoblù, intervistato dai colleghi de L’Unione Sarda, ha fatto capire che non poteva fare altro che cacciare l’allenatore uruguaiano
HO DOVUTO FARLO – «Non condividevo più le scelte di Lopez da molto tempo ormai – ha esordito Cellino – . Questa è praticamente un’ammissione di colpe. Ho sbagliato ad affidargli la squadra, è stata una scelta azzardata. Non stava più facendo un lavoro dedicato agli interessi della globalità della società e alla crescita della squadra. Non aveva più l’atteggiamento di chi deve maturare, migliorare e mettersi in discussione. Troppe ingiustizie poi. Poca lealtà nel fare le scelte. La risposta di Conti? Non l’ho sentito e non lo voglio sentire».
IL PARAGONE – Cellino è tornato anche sul paragone Ferrari – 500, fatto tra Leeds e Cagliari: «Ero pronto a farmi da parte per il bene del Cagliari, l’avevo quasi venduto agli arabi. Nel frattempo mi è stata prospettata l’occasione di acquistare il Leeds. E siccome non ce la faccio a fare il pensionato a pesca, ho provato a vedere dove potevo arrivare con la mia professionalità. Ho fatto l’esempio di una 500 Abarth, col motore truccato, che in una corsa riesce a competere con Milan, Inter, Juve, pur con risorse basse e possibilità economiche limitate. Sempre al massimo dei giri, però. Per questo prima o poi è costretta a rallentare. Ora con il Leeds ho la possibilità di guidare una macchina più grande riferito alle potenzialità, uno stadio con 35 mila abbonati e la strada in discesa. Una sfida. Per capire se io posso andare oltre i limiti del Cagliari e di Cagliari. Ma non volevo certo mancare di rispetto a qualcuno, semmai sono io quello che si è messo in discussione come pilota».
LA CORDATA – Tra i tanti temi toccati, Cellino ha parlato anche della presunta cordata tutta sarda per l’acquisto del Cagliari: «Non li conosco. Leggo che stanno incontrando il sindaco per parlare di stadio, ma io ho incontrato solo una volta un referente italiano. A dir il vero, da oltre un mese non sto più ricevendo nessuno perché in questo momento l’unico obiettivo è quello di portare la barca in porto e non vorrei che nulla e nessuno possa metterla a repentaglio. Ho dato la mia vita al Cagliari e sto continuando a darla, altrimenti non sarei tornato per stare vicino alla squadra e non mi sarei preso le mie responsabilità cambiando l’allenatore».