2014
Cellino: «Vorrei che il Leeds facesse la preparazione ad Assemini»
Massimo Cellino è l’uomo del momento sulla piazza dello Yorkshire, dopo che il suo primo sbarco a Leeds (con tanto di esonero-lampo dell’allenatore) aveva scatenato la rabbia del pubblico locale: «una contestazione pilotata», secondo l’imprenditore sardo. Per un’invisibile principio dei vasi comunicanti, l’ascesa nella popolarità inglese fa da contraltare al ribasso in ambiente cagliaritano, dove il popolo rossoblù, stremato dalle lunghe e faticose vicende riguardanti stadio, classifica e società, ha cominciato a manifestare insofferenza verso il presidente.
Sul treno che da Leeds lo riportava a Londra, tappa verso Miami, Cellino è stato intervistato dal Corriere della Sera che ne ha raccolto i pensieri sulle prossime mosse in terra inglese: «Voglio rimettermi in gioco a 57 anni. Anche per me il Leeds è un esame. Devo riportarlo in Premier, ma prima vanno sistemati i conti. La storia delle microspie ha ribadito il concetto che qualcuno non mi vuole, ma ho messo tutto nelle mani della polizia. Ora sto studiando la squadra, McCormack mi piace molto. E’ un attaccante vero, per me merita una chance in Italia. E’ bravo pure Murphy, quello che ha segnato due gol al Blackpool. Ho consigliato io a McDermott di utilizzarlo in quel modo e alla fine mi ha ringraziato. Leeds mi entusiasma. C’è passione autentica. Lo stadio è da Premier, i tifosi sono molto caldi. Voglio rilanciare anche il settore giovanile, magari coinvolgendo Matteoli, ma solo per un periodo. I nostri allenatori sono i migliori al mondo, ma non commetterò l’errore di mettere una struttura tecnica italiana, almeno nel periodo iniziale. Vorrei però portare la squadra a preparare la nuova stagione ad Assemini. Il Cagliari? Non so che cosa accadrà. Non è semplice gestire due club, ma si possono creare sinergie. Il Leeds vende più maglie del Manchester City. Il problema è che in Italia i politici hanno rovinato il calcio».