Ex Rossoblù
Ceppitelli a Radiolina: «Cagliari è casa mia e speravo di restare. La retrocessione è stata un duro colpo»
L’ex difensore del Cagliari, Luca Ceppitelli, interviene ai microfoni di Radiolina per parlare di passato, presente e futuro
L’ex difensore del Cagliari, Luca Ceppitelli, attualmente svincolato, interviene ai microfoni di Radiolina per parlare di passato rossoblù, presente e futuro della sua carriera. Cagliarinews24 segue le parole del giocatore in DIRETTA LIVE riportandole testualmente.
LE PAROLE DI LUCA CEPPITELLI
IL FUTURO – «Questo calciomercato non l’ho compreso nemmeno io, tante voci ma sono ancora qui che aspetto la proposta giusta. Si è voluto aspettare di più, ma altre squadre hanno fatto altri ragionamenti. Sto scalpitando».
IL CAGLIARI – «Fa molto strano perché ero abituato a farne parte con tutto me stesso e soprattutto ad essere in campo, al momento però anche dovuto al fatto che non ho trovato altra sistemazione non mi sento così distante. Anche perché sono ancora a Cagliari. Sono arrivato da ragazzo e sono diventato uomo, hanno significato tutto per me, ora e per sempre. Non so dove vivrò in futuro, ma ho casa a Cagliari e per me rappresenta la mia casa».
ADDIO – «Non lo so, ci può stare perché sono scelte. La società ha fatto le sue scelte e voleva in parte rivoluzionare dopo una brutta annata, nel mio caso il mio contratto andava in scadenza e loro avevano molti difensori in rosa. È giusto che ognuno abbia le proprie scelte».
CAGLIARI BARI – «Sarà una partita difficile, trovo che il Cagliari sia più attrezzato e probabilmente anche di tutte le altre squadre del campionato. Ogni partita però è una storia a sé e il Bari nonostante sia una neo promossa ha fatto vedere di essere subito pronta ed è una delle squadre più in forma e non sarà sempre per i rossoblù».
LE PARTITE – «La squadra è forte e lo sapevo dall’inizio del campionato visto che hanno tenuto gente come Rog e Nandez. La squadra è ben strutturata e l’allenatore sta dando una decisa impronta. Mi preoccupava il morale dopo la scorsa stagione, servivano subito i buoni risultati per prendere il passo. Le ultime partite hanno dato una bella linfa alla squadra, soprattutto contro il Benevento».
I COMPAGNI – «È giusto che Pavo indossi la fascia da capitano, conosce la piazza e l’ambiente ed è qui da tanti anni. I miei compagni mi mancano e li sento spesso».
I TIFOSI – «Sento ancora l’affetto e penso di aver trasmesso qualcosa e questo penso sia la cosa più importante di tutte. Credo di aver dato e tutto e penso mi venga riconosciuto da tutti».
LA PREPARAZIONE – «È molto difficile mentalmente, ho una buona compagnia con Marco Sau però quando vedi che il giorno delle partite gli altri giocano e tu sei li non è facile».
La DOPPIETTA – «Ho esultato con il Parma perché non mi sentivo un ex. Oggi è l’anniversario della doppietta e ho pensato che tre anni fa eri in campo».
LA RETROCESSIONE – «Non ci volevo credere che sarebbe successo, gli ultimi minuti sono stati adrenalinici. Ero troppo preso da quel momento e mi sono trovato in campo anche se ormai era finita in tutti i sensi. È stato un brutto colpo e non riuscivo veramente a crederci. Ho qualche rimpianto soprattutto per l’ultimo anno, ho sempre pensato che questa storia potesse finire ma non è finita come speravo. I rimpianti possono essere gli infortuni nei momenti migliori della mia carriera, come dopo la doppietta».
GLI INFORTUNI – «Sono stati giorni difficili, ho sbagliato forse l’approccio con un tipo di Cura sbagliata che ha contribuito a far esplodere la cosa e sinceramente pensavo di non uscirne più, lo dico sinceramente. Ci sono stati giorni in cui non riuscivo ad appoggiare il piede e sono stati giorni difficili non ci volevo credere. Volevo dare il mio contributo in un inizio di campionato di altissimo livello. Non lo nego comunque, avevo un rinnovo di contratto legato alle presenze e alla Serie A. Quindi sapevo dentro di me che poteva accadere».
LA FASCIA – «Sì, ho sempre detto che essere buoni non significa essere stupidi. Ritengo di avere avuto un carattere abbastanza forte e di saper trascinare le persone in maniera diversa, io lo faccio in un’altra maniera magari con il dialogo. Ma vi assicuro che se c’è da arrabbiarsi lo faccio anche parecchio. Do l’idea di essere più buono di quanto io sia in realtà, poi sono cresciuto e sono diventato uomo. Piano piano ho preso consapevolezza».
IPOTESI ESTERO – «Ho già detto che se dovesse capitare una possibilità all’estero non me la precludo. Non posso buttar via tutto perché ho tanta voglia di iniziare a giocare ma avrei detto le stesse cose tre anni fa, sono un viaggiatore e mi piace molto scoprire nuove realtà. Quindi lo prenderei in considerazione. Però non parlo di mercato ora, speriamo però ci si possa arrivare al dunque il prima possibile».