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Cerri gol: quando i fischi diventano applausi
Alberto Cerri ha trasformato i fischi in ovazione, segnando alla Sardegna Arena il gol del decisivo 4-3 del Cagliari sulla Sampdoria
Nel calcio basta davvero poco per cambiare tutto. Un pallone colpito bene o male possono indirizzare una stagione, a volte una carriera. Se così sarà anche per Alberto Cerri lo sapremo solo più avanti. La certezza – al momento – è che il criticatissimo numero 9 del Cagliari ha vissuto una notte magica, trasformando i fischi in applausi. Non ha vissuto mesi facili. Dopo l’infortunio di Pavoletti con il Brescia, Maran l’aveva schierato titolare per un tempo contro l’Inter e lo stadio aveva risposto con dei fischi fin troppo gratuiti già all’annuncio delle formazioni. Il tecnico è stato bravo a gestirlo, provando a recuperarlo piano piano in attesa della svolta. Svolta che può essere arrivata ieri, con quel colpo di testa che ha regalato al Cagliari la vittoria in rimonta sulla Sampdoria.
ISTANTI – È successo tutto in pochi minuti. Siamo già nel recupero quando uno spento Simeone gli lascia posto in avanti. Dal 92′ arriva il 97′, quando Pellegrini – semidisastroso al cross per tutta la serata – azzecca il pallone giusto per il colpo di testa di Cerri, che segna un gol alla Pavoletti. Gli spalti della Sardegna Arena vengono giù e i sedicimila presenti iniziano a intonare il suo nome. Un’ovazione meritata per chi ha deciso una partita allo scadere al termine di una rimonta incredibile. Ancora di più se si pensa alle difficoltà che ha attraversato, dovendo giocare in un clima ostile ogni volta che ha messo il piede nel suo campo in questa stagione. Ha segnato il suo terzo gol in Serie A, il primo con la maglia del Cagliari dopo una stagione in cui è rimasto a digiuno e i 3 realizzati in Serie B in rossoblù, contribuendo alla promozione.
AFFETTO – Dopo quel gol, Cerri ha scaricato tutta l’adrenalina in corpo che probabilmente covava da mesi. Via la maglia da gioco, via quella termica, per godersi a petto nudo una gioia incontenibile che attendeva da tempo. Immediato l’abbraccio dei compagni, compresi quelli rimasti in panchina, mentre Maran festeggia sapendo di non aver vinto solo questa partita, ma di aver trovato un giocatore in più per le prossime partite. L’affetto mostrato nei suoi confronti da chi gli è sempre stato vicino lo si è visto nell’esultanza in cui è stato letteralmente sommerso. Anche nelle interviste post-partita Maran, Joao Pedro e Nainggolan sembravano quasi più felici del suo gol che di una vittoria così. «Potevi andare via ad agosto, l’avrebbero fatto tutti, ma tu no, che di anni ne hai 23, sei voluto rimanere qua contro tutto e tutti per dimostrare quello che vali – scrive Aresti su Instagram – e oggi tu che hai 23 anni ma di testa ne hai 35 ci hai regalato 3 punti che magari a maggio potrebbero regalarci un sogno». Sì, perché grazie al suo gol ora il Cagliari è quarto in classifica e continua a sognare l’Europa.