2015
Chievo-Cagliari, istantanea di una stagione
L’epilogo di Chievo–Cagliari è stato l’istantanea di un’intera stagione, riassunta da quel vecchio detto che recita: “chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia ma non sa quel che trova”, ecco, il Cagliari targato Giulini, in estate, ha effettuato una rottura netta rispetto al passato recente, rispetto alla gestione di Cellino. Un cambio di rotta per avviare un progetto a lungo termine, partendo comunque dal solito obiettivo, quello primario da dieci anni consecutivi: il mantenimento della massima categoria.
L’obiettivo iniziale era appunto quello di centrare la salvezza con una rosa completamente rivoluzionata rispetto al passato recente, composta da tanti giovani, molti dei quali italiani, scelta che era stata accolta di buon grado dai tifosi rossoblù ma anche da gran parte degli amanti del calcio, consci della necessaria inversione del trend “stranieri in Italia”, dopo la figuraccia del mondiale.
La rosa era stata affidata ad un maestro di calcio, Zdenek Zeman, perchè il boemo, obiettivamente, insegna calcio. Come sappiamo, le cose sotto la sua guida non però sono andate nel modo migliore, la scelta di sostituirlo con Gianfranco Zola, secondo alcuni solo uno specchio per allodole, si è rivelata deficitaria, ancora di più lo è stata la decisione di richiamare Zeman dopo l’esonero del tecnico di Oliena.
La partita con il Napoli aveva eliminato le ultime, quasi irrazionali, speranze, la storica vittoria di Firenze aveva riportato fiducia e ottimismo, ma era solo un’illusione, una fiammella soffiata via dalla concretezza del Chievo. Ieri notte, i rossoblù hanno incontrato una squadra che sarà anche poco spettacolare e monotona, ma è lì, in Serie A, da tanti anni, precisamente quattordici (salvo lo scivolone del 2007/08, prontamente recuperato), senza mai aver cambiato modo di giocare, nonostante le critiche che tutti gli anni piovono sugli scaligeri per la mancanza di spettacolo.
Ma la Serie A è il campionato più tattico del mondo, l’organizzazione, dentro ma anche fuori dal campo, garantisce i punti in classifica, il bel gioco lascia il tempo che trova. Il Cagliari, in estate, ha avuto il coraggio di lasciare la strada percorsa da anni, quella sicura, senza grandi ambizioni ma con le carte in regola per mantenere la categoria, per esplorarne una nuova e intrigante, per lo meno all’inizio.
Quella categoria, che era da mantenere con le unghie e con i denti, a distanza di circa dieci mesi, sembra ormai essere sfuggita, questa volta forse in modo definitivo, proprio contro una squadra che meglio di chiunque altra in Italia incarna la vecchia strada, quella che è troppo sicura per essere cambiata con la nuova, che non si sa mai dove possa portare.
Matteo Culurgioni