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Colombatto a 360 gradi: «L’Italia mi ha cambiato, ora mi godo il Mondiale»
Dal ritiro dell’Argentina Under 20 Santiago Colombatto, centrocampista del Cagliari, racconta l’inizio di carriera e le difficoltà incontrate al suo arrivo in Italia
E’ uno dei nove volti nuovi dell’Argentina Under 20 che sta prendendo parte al Mondiale di categoria, ma in patria ci sono già parecchie aspettative su di lui. Dopo la buona stagione a Trapani, la prima da prtagonista in Italia, Santiago Colombatto ha stregato il ct della nazionale Under 20, che lo ha convocato per i match pre mondiali e nelle prime due gare della competizione lo ha schierato dal 1′ davanti alla difesa nel suo classico 4-2-3-1. In evidenza nella prima uscita persa contro l’Inghilterra, il classe ’97 ha brillato meno contro la Corea del Sud nel match odierno, servendo però l’assist a Torres. Il Mondiale di categoria in sudcoreano finora non ha portato gioie alla squadra di Ubeda, che giace sul fondo del girone, ma Colombatto non ha dubbi: «Questo gruppo ha già dimostrato nel Sudamericano U20 che non molla mai». Il giovane centrocampista, intervistato da La Nacion, ha ripercorso la sua giovane carriera: «Ho giocato nel Jorge Newbery, a Ucacha. Poi è arrivato il River Plate, dove sono stato fino a 17 anni. In mezzo, tra i 15 ed i 16 anni, anche una parentesi al Racing».
L’ITALIA ED IL CAGLIARI – Poi è arrivata l’Italia: «Andando in Italia sono cambiato molto, è un’esperienza che ha aperto la mia testa. È stato fondamentale per essere dove sono. Sono partito con mio padre Sergio, Ariel Lopez, amico di famiglia, ed il mio agente Fernando Riesco. L’inizio è stato difficile: io venivo da sei mesi senza attrezzature, nessuno mi ha dato possibilità perché non avevo la cittadinanza. Quindi mi sono allenato aspettando un’occasione: mi ero promesso che non sarei tornato senza aver strappato un provino. Il sostegno di mia zia Marianella a Mantova è stato molto importante. Ero determinato a raggiungere ciò che volevo e mi sono sacrificato, fino a che il colombiano Iván Córdoba mi ha contattato. E’ stato lui a portarmi a Cagliari. Se ho mai pensato di mollare? E’ stato difficile, ma era quello che volevo. Lasciare la mia casa all’età di 10 anni è stata la cosa più dura, ma ho sempre avuto una famiglia che mi ha sostenuto». Chiusura sul presunto interessamento della Lazio per il giovane centrocampista: «Sono cose che si leggono sui giornali. Non mi interessano, ora voglio giocare e godermi questo momento nella nazionale».