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2013

Come un raggio di sole

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La Sardegna ferita, con il cuore a pezzi, la Sardegna con il lutto al braccio, lacerata, sconfitta dalle immagini di morte e distruzione che arrivano da tutte le parti, ma vittoriosa a distanza di una settimana almeno sul campo da calcio.
Forse questo accostamento sembrerà azzardato ad alcuni e probabilmente lo è, ma vuole essere di sprono a vedere uno spiraglio di sole, laddove sembrava dovesse piovere per sempre.

Sicuramente l’Olimpico era lontano anni luce nelle menti di tutte quelle persone che in questa vicenda hanno davvero perso qualcosa di importante, ma ieri il Cagliari ha portato alto l’onore di un popolo che ha fama di non arrendersi mai.
Neppure di fronte alle più grandi difficoltà.

Ho pensato che sarebbe stato difficile scrivere queste parole il giorno dopo una partita giunta una settima esatta dopo un avvenimento così catastrofico per la nostra terra, senza mai cadere nella retorica e nella sfrontatezza del pezzo e in effetti, non è facile trovare le parole, ma mi piace pensare che i sardi da lunedì scorso, siano ancora più uniti e se possibile, consapevoli delle proprie capacità, esattamente come una squadra,
Esattamente come quella squadra con il lutto al braccio, ferita che piange le sue vittime ma che non si piega di fronte al potere di forze più grandi.

Forza Sardegna, ieri un coro unico giungeva da questa terra, attraversava il mare e arrivava anche in uno stadio di calcio.
Dal mondo dello sport è giunta tanta solidarietà e ieri gli occhi pietosi di molti sportivi si sono fermati a guardare il simbolo di questa isola ferita.
Lo sport è vita e rappresenta come nient’altro al mondo l’esempio di come ci si possa rialzare anche dopo le cadute più rovinose, semplicemente stando uniti.

Sventola alta la bandiera dei 4 mori, anche in terra romana, siamo partiti come vittime sacrificali e rientrati come eroi, una palla stregata per i romanisti, che non ne voleva sapere di entrare, un portiere che ieri più che mai incarnava l’esempio di chi non si arrende, di chi aspetta la propria occasione e se nulla succede per caso, ieri è andata in scena l’occasione della vita di questo lavoratore silenzioso, che volando fin laddove quasi nessuno immagina neppure di arrivare, ha lasciato inviolata la porta sarda, portandosi a casa un bottino carico di complimenti, abbracci dei compagni, nuove occasioni, un’aria carica di rinascita sportiva e tutte quelle belle sensazioni positive che dopo prestazioni come queste lasciano spazio ad un ottimismo contagioso.

Splenderà ancora il sole nella terra del sole e la Sardegna uscirà da questa vicenda ancor più forte di prima, esattamente come il Cagliari ieri è uscito dall’Olimpico a testa alta, con il cuore carico d’orgoglio, fiero di aver lottato fino alla fine e orgoglioso di rappresentare un popolo cosi vicino al concetto di squadra, come pochi altri.
Come Avramov, che ieri è uscito dal campo con una consapevolezza diversa negli occhi, con quella voglia di credere in se stesso quanto e più di prima.
Oggi splende alto il sole in tutta l’isola e un piccolo raggio è arrivato in tarda serata con il volo da Roma…

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