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Conferenza stampa Nicola: «Como? L’amichevole di Chatillon è ormai lontana. Su Wieteska…»

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Davide Nicola, allenatore del Cagliari, interviene in conferenza stampa per presentare la gara contro il Como

(Lorenzo Schirru inviato in sala stampa al Crai Sport Center) – Davide Nicola, allenatore del Cagliari, interviene in conferenza stampa per presentare la partita contro il Como, valida per la seconda giornata del campionato di Serie A. CagliariNews24 segue in diretta le dichiarazioni del tecnico rossoblù riportandole testualmente in tempo reale.

LE PAROLE DI MISTER NICOLA

INFORTUNATI E MERCATO – «Zortea e Makoumbou hanno carichi di lavoro da smaltire, ma vediamo. Il mercato? Non abbiamo molte situazioni in itinere, ci sono situazioni già risolte, come quella di Di Pardo. Si è sempre allenato con grande dedizione, è importante avere giocatori che sanno che da lì a poco possono cambiare maglia, vederli motivati aiuta a non abbassare il livello dell’allenamento. Ormai manca poco, di certo è un mercato che dura parecchio, sarebbe ottimo per tutti se ci fosse modo di renderlo più snello. Sono dinamiche del mondo stesso che determina questa scelta»

COMO – «Mi piace l’espressione “un mondo fa”, sono d’accordo sull’affermazione. Incontriamo una squadra già incontrata in amichevole. Per ambizioni e identità è difficile immaginarla come neopromossa. L’allenatore ha idee di gioco chiare, sono amanti della costruzione del gioco, è una squadra che nella fase di non possesso non ti lascia facilmente spazi da occupare. Dobbiamo essere abili a capire che l’amichevole di Chatillon è parecchio indietro per noi e per loro. Aspetto la partita con il piacere di confrontarmi»

ASPETTATIVE – «Come vi ho detto all’inizio, in questo momento storico, io e la squadra ci stiamo focalizzando sulla crescita. In questo momento è importante la crescita di squadra, quella individuale. Con la Roma ci sono state occasioni per dimostrare entrambe, l’identità arriva quando ci sono condizioni di assimilazione automatiche. Dobbiamo pensare a noi stessi»

DIFESA – «Wieteska? Sono voci, interessano poco. Chi fa il nostro lavoro deve valutare non solo la parte tenico-tattica, si tratta di capire che le voci sono qualche volta delle provocazioni, cose reali, dobbiamo capire a che mondo apparteniamo e che siamo professionisti, la gestione di questa emozione. Mina e Palomino hanno lavorato tutta la settimana con noi, i carichi di lavoro sono stati assimilati. Ci puntiamo forte, hanno personalità, dipenderà in parte dalle caratteristiche dell’avversario e dello stato di forma. A volte giocheranno insieme, magari uno dei due, mi soffermo su chi possa rendere come scelta in funzione dell’avversario. Palomino si fa conoscere immediatamente, non ha timidezza»

CAMPIONATO – «Non c’è nel campionato del Cagliari una partita facile. Sono partite complesse, dettate dall’avversario, dallo stato di forma, dalla crescita della squadra. E’ come se mettessimo una torta davanti al bambino, noi dobbiamo reagire allo stesso modo. Voglio la bramosia di accettare la competizione e desiderarla, è l’unico parametro che ti può dare tutti i concetti e parametri per confrontarti con l’avversario e che ti portano a migliorare dal punto di vista mentale e tattico. Tutte le partite saranno difficili per il Cagliari. Ogni partita bisogna sudarsela, l’importante è il processo di crescita. I risultati li acquisisci perché sei consapevole di ciò che vuoi fare»

VIOLA – «L’avversario è nella condizioni di obbligarci a variare in corso d’opera perché hanno un modo di giocare dinamico e sanno interpretare una linea difensiva a tre, con ali che giocano come trequartisti, hanno principi di gioco chiari. Dal punto di vista tecnico-tattico sanno quello che fanno, sanno isolare sul cambio gioco per attaccarti nell’uno contro uno. Serve a noi per esprimere ciò su cui stiamo lavorando. Viola lo porto anche se non è al top della condizione, ha senso di appartenenza fondamentale per la squadra, vorrei che tutti i tifosi apprezzassero i miei singoli giocatori»

AZZI – «E’ un esterno, ha giocato a destra e sinistra, è stato usato più a sinistra, ma credo che Paulo possa giocare su entrambe le fasce per utilità. Non ha la consapevolezza del giocatore che può diventare, deve essere sereno, deve provare, sbagliare non mi interessa»

TESTA – «Fanno piacere le parole di Pavoletti e da giocatori che hanno lavorato con altri giocatori. Mi piace persuadere i giocatori, io non lo convinco, sono io quello che convinto. Non perdo occasione per dirgli dove può fare la differenza, mi dà fastidio quando una persona non esprime ciò che pensa di essere perché vieni inibito dall’ambiente e non riesci a far vedere chi sei o chi vuoi essere. Li lascio liberi di sbagliare per arrivare a questa consapevolezza. Ognuno ha il proprio passo»

SQUADRA – «Io non preparo la squadra per un’ambizione, la preparo per i requisiti di preparazione fisica al gioco che voglio esprimere. Non amo quando un allenatore dice “la squadra fisicamente non sta bene”, ogni allenator prepara la squadra per ciò che vuole ottenere. Il risultato e la voglia di prendere punti è un aspetto fondamentale. I punti devono essere una conseguenza di ciò che voglio far vedere in campo. Questo viene dopo una preparazione un numero di partite ottimali. Dobbiamo sempre avere l’ambizione di raggiungere il bottino, in questo momento è importante raggiungerli pensando all’identità che stiamo mettendo in campo»

NON SOLO IDENTITA’ – «Avviene una cosa bellissima, la capacità di dimostrare sé stessi per ciò che si è, riuscire ad allenarsi o giocare come ci ai allena, con il senso di sicurezza adeguato per esprimere ciò che sei. Non dobbiamo farci sconti, dobbiamo essere dediti al lavoro, quando inizi a consumare le giuste energie, arrivi alla consapevolezza del “io sono questo”. Per me è molto importante»

AGGREDIRE – «Loro avranno delle caratteristiche che contrapporranno noi, quel tipo di sviluppo di giocata deve essere fatto con situazioni diverse, è sempre legato a noi ma si conosce l’avversario per rispettarlo (è il principio dello sport), sapendo che ha le sue qualità. I recuperi di palla? Nella metacampo offensiva abbiamo buoni numeri, ottimo nel complesso. Mi piace aggredire, dobbiamo essere bravi a dimostrarlo in qualsiasi contesto, contro ogni squadra, sapendo che ci sono squadre diverse. Ogni partita va preparata in base alle caratteristiche dell’avversario, è questa la direzione che mi motiva»

TIFOSI – «L’entusiasmo etimologicamente parlando è un dono di Dio. Come persona credo molto in questa energia e forza, non solo nel lavoro che faccio io. Ognuno ha la sua filosofia di vita e mi rivedo in questo. Credo che il popolo sardo e il tifoso del Cagliari è da un po’ di anni che dimostra attaccamento alla squadra ed è un valore aggiunto. Se riuscissi a farlo in ogni partita sarebbe il dono più grande. Non ho altri mezzi, non posso convincere le persone a casa loro, voglio convincerle con l’impegno che vedono e con l’umiltà che dimostriamo»

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