2015
Confusione, fischi e occasioni sprecate: Cagliari, si fa sempre più dura
L’immagine più forte della giornata odierna al Sant’Elia è quella dei giocatori del Cagliari che, a fine partita, si riuniscono a centrocampo e fanno tanto di andare verso la Curva Nord a ringraziare per il supporto e magari fare mea culpa: dagli spalti arriva un muro di fischi che respinge i rossoblù e li accompagna dritti dritti nel tunnel che porta agli spogliatoi.
Il malumore della tifoseria è esploso già durante la gara, man mano che il Verona consolidava sul campo una vittoria ottenuta contro un Cagliari troppo molle, privo di idee e ancora una volta sconfitto in uno scontro diretto. Oddio, diretto fino a ieri: ora i gialloblù sono a otto punti di distanza e hanno il bonus della doppia vittoria al Bentegodi e al Sant’Elia. Sembra sempre più proibitiva la missione di raggiungerli, a portata restano ora Atalanta e Chievo (comunque rispettivamente tre e cinque punti di vantaggio, con le sfide dirette ancora avverse ai sardi) mentre addirittura il Cesena da dietro recupera tre punti e si porta a una sola lunghezza.
In campo il Cagliari di Zola ha mostrato ancora una volta il limite fondamentale di un’ansia congenita che porta i rossoblù a svegliarsi solo quando l’avversario sta già scappando. Anche il gol di oggi, messo a segno da Conti su punizione, è arrivato dopo che i veronesi avevano affondato due dolorosissimi colpi alla difesa di casa (reparto rivedibile, ancora una volta).
La sensazione, già scritta tante volte e provata nuovamente oggi, è che i rossoblù siano ancora alla ricerca di cambiamenti decisivi quando servirebbero certezze intorno alle quali tentare di costruire l’impresa. L’istantanea di questa confusione, ancor più che da un undici iniziale con ben due novità assolute in difesa, è riassunta nei modi dell’assalto finale portato da Conti e compagni.
Il palleggio cercato nelle fasi iniziali non ha dato i frutti sperati, e ben presto ci si è ridotti al lancio lungo al cospetto di un Verona prevedibilmente blindato a difesa della sua porta. Nel finale si è vista addirittura una linea di centravanti di ruolo e improvvisati (oltre a Cop e Longo si piazzavano al centro dell’area avversaria Conti e Diakitè) alla disperata ricerca di una mischia in area che potesse portare un gol casuale ma provvidenziale.
La strada è sempre più in salita, per via della classifica che piange ma anche per gli stessi peccati originali della formazione rossoblù, tuttora incapace di trovare un’anima definita. Moduli che si trasformano continuamente e giocatori che cambiano ruolo più volte nel corso di una partita (su tutti Ekdal e Dessena) non possono essere la soluzione, urge chiarezza in campo prima che sia troppo tardi.