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Cossu si racconta: «Consapevole di essere un miracolato, ringrazio tutti per l’affetto»
Andrea Cossu si è raccontato sulle pagine de L’Unione Sarda dopo il terribile incidente avuto in macchina: le sue parole
Andrea Cossu si è raccontato sulle pagine de L’Unione Sarda, due settimane dopo il terribile incidente automobilistico che l’ha visto protagonista.
INCIDENTE – «Come sto? Acciaccato, ho ancora tanti dolori. Ne avrò per un po’. Però diciamo che per quello che mi è successo, sto quasi bene. Sì sono consapevole di essere un miracolo».
RICORDI – «Qualcosa delle fasi iniziali dell’incidente, un ricordo sfocato. Mi ritrovo a terra: un passante, non so chi fosse, resta sempre con me, mi fa parlare, mi tiene sveglio sino all’arrivo dei primi soccorritori. Ricordo la voce di un amico nel momento in cui i paramedici mi caricano sull’ambulanza per trasportarmi al pronto soccorso. Avevo male dappertutto, facevo una gran fatica a respirare. Poi gli esami, tante visite, la terapia intensiva. Ho ricordi sfocati. Tra me e me pensavo: Andrea, ora non devi mollare. La mattina dopo, al risveglio, mi dicono che sta andando bene, che non c’erano state complicazioni. Lì ho iniziato a pensare che ce l’avrei fatta, forse».
RINGRAZIAMENTI – «Innanzitutto credo che qualcuno lassù abbia voluto proteggermi, regalandomi una seconda vita. Ci tengo particolarmente a ringraziare chi si è preso cura di me all’ospedale Brotzu; il personale del reparto di Chirurgia toracica del Businco, dal primario, il dottor Roberto Cherchi, ai medici, agli infermieri, davvero tutti. Non mi hanno fatto mancare nulla: li ringrazio per la professionalità e la loro umanità. Fanno una gran lavoro, l’ho potuto vedere con i miei occhi; lo fanno con tutti pazienti, indistintamente».
VITA CHE TI PASSA DAVANTI – «Sì, pensi a tante cose, anche all’eventualità di non farcela. Poi mi sono venute in mente le mie due bambine e mi sono detto che dovevo subito reagire anche per loro».
AFFETTO – «L’affetto di tutti è stato incredibile. Non potevo ricevere visite e pensate che c’è chi ha persino dormito in macchina fuori dall’ospedale. L’incoraggiamento e il sostegno non sono comunque arrivati solo dagli amici più stretti: in realtà è stato come se una città si stringesse attorno a me. A pensarci mi vengono i brividi. Ringrazio tutti, di cuore».
SOCIAL – «Una volta fuori pericolo, ho pensato che i social fossero il modo più rapido per mettermi in contatto con tutti. Ho ricevuto un’infinità di messaggi. I ragazzi della prima squadra e della Primavera, con i dirigenti e i tecnici, hanno fatto delle foto mostrando la numero 7 per dedicarmi le loro vittorie. Gesti che mi hanno fatto profondamente commuovere».
POST INCIDENTE – «Cosa ho capito? Siamo appesi ad un filo. Quanto accaduto mi ha fatto capire che ci concentriamo a volte su cose futili, non diamo il giusto peso a tante altre. La vita è preziosa, dobbiamo valorizzarla in tutto ciò che facciamo».
CAGLIARI – «Da qui in avanti ogni partita sarà una battaglia. Il Cagliari ha valori tecnici e umani molto importanti per togliersi dai guai, sono certo che tutti daranno il massimo fino alla fine».