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C. Zanetti: «Nicola scelta migliore, ma ora gli va consegnata una rosa all’altezza» – ESCLUSIVA

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Cristiano Zanetti, ex centrocampista del Cagliari, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni del momento dei rossoblù

Cristiano Zanetti, ex centrocampista del Cagliari nella stagione 1998/1999, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni di CagliariNews24. Le sue dichiarazioni sul momento attuale dei rossoblù e sul calciomercato attualmente in corso:

Il Cagliari ha deciso di puntare forte su Davide Nicole come erede in panchina di Claudio Ranieri. Ritiene corretta la scelta fatta dalla società? Pensa che Nicola sia l’uomo giusto per questa squadra?
«E’ stata la scelta migliore possibile. Lo scorso anno è servita la bravura e l’esperienza di Ranieri, non era facile salvarsi, anche l’aiuto dei tifosi è stato fondamentale; un insieme di fattori che hanno funzionato benissimo. Quest’anno c’è da lavorare ancora sul mercato, la squadra deve essere rinforzata, dare una mano al mister per avere una squadra all’altezza della Serie A. Lo scorso anno si veniva da una promozione e c’era tanto entusiasmo, quest’anno va fatta una squadra più importante con l’aggiunta di qualche elemento. Nicola era l’allenatore migliore sul mercato insieme a Baroni e Thiago Motta. Come livello di allenatori, Nicola l’anno scorso ha fatto un’impresa e sono curioso di vedere il suo percorso al Cagliari ma chiaramente gli va dato il materiale giusto»

In ottica calciomercato: sono arrivati giocatori importanti come Zortea, Luperto e Piccoli su tutti. Cosa serve ancora per migliorare questa rosa? Si parla di un ritorno di Gaetano, può essere lui l’uomo giusto per il salto di qualità?
«Gaetano è un giocatore importante, in una piazza con tanto entusiasmo come Cagliari che rappresenta un’isola può essere un aiuto importante alla squadra. Deve sentirsi al centro del progetto Cagliari. La società dovrà essere brava ad aspettare per fare i colpi importanti verso la fine del mercato, dove quei giocatori scontenti o qualche prestito può saltare fuori. Per avere un giocatore, come immagino che possa aiutare il Cagliari, come fece il Genoa con Dragusin o Gudmundsson, occasioni venute fuori alle ultime battute del mercato per cui bisogna stare sempre allerta. Alla fine si possono sempre prendere giocatori importanti che ora sembrano inarrivabili»

Uno degli uomini chiave in casa Cagliari è sicuramente Zito Luvumbo, idolo dei tifosi e imprescindibile per gli allenatori. Può essere la stagione della sua definitiva maturazione calcistica e conseguente consacrazione?
«Dipenderà molto dalla squadra. E’ sempre la squadra che esalta un giocatore e non viceversa, il gruppo fa esaltare il singolo. In generale, non nel caso specifico, difficilmente un fenomeno esalta dieci giocatori mediocri, se mai il contrario. Ci vuole sempre un contorno, il calcio è un gioco di squadra, altrimenti basterebbe avere due fenomeni per vincere i campionati.

Come vede il prossimo campionato di Serie A? Possiamo dire che l’Inter è ancora la grande favorita a vincere lo Scudetto o potrebbero esserci dei capovolgimenti?
«Sarà un campionato molto combattuto, ma non capisco perché nessuno parli mai dell’Atalanta come una delle squadre pretendenti allo Scudetto. L’Atalanta sta cambiando pochissimo, ha preso un giocatore importantissimo come Zaniolo che se sta bene fa la differenza e non comprendo come non si possa considerarla tra le prime. Sta facendo un mercato in sordina ed è una squadra che può dare noia alle altre; sicuramente l’Inter parte favorita però vedo bene anche il Napoli, non fa le coppe e giocherà una volta a settimana, poi con Conte… e ha pure una rosa molto importante. Sarà una grande campionato, le piccole devono rafforzarsi perché ci sono 6/7 squadre che alzeranno il livello della competizione»

Capitolo Nazionale: l’Italia è uscita dolorante dalla triste avventura ad Euro2024 in Germania. Come giudica questo flop degli azzurri e da cosa si deve ripartire in vista del prossimo Mondiale?
«Secondo me il problema è stato il cambio repentino in panchina tra Mancini e Spalletti, ha pesato parecchio. Hanno due modi completamente diversi di allenare e di approcciare alle gare. Bisogna ripartire da Spalletti, ha già dimostrato di essere un allenatore importante e con idee diverse da Mancini, dunque anche il gruppo si è dovuto adattare velocemente ad alcuni dettami diversi. Non credo che le stesse convocazioni fatte da Spalletti le avrebbe fatte Mancini, mi sono un po sorpreso quando Gravina ha scelto Spalletti perché è un tecnico completamente diverso da Mancini e non c’è stata dunque continuità nel progetto. Bisogna credere in Spalletti perché ha grandi idee, costruirà il suo gruppo e farà le sue scelte, bisogna farlo lavorare e ci prepareremo per il prossimo Mondiale. I giocatori convocati all’Europeo erano tutti importanti ma assimilare in così poco tempo le idee di un altro mister non è facile. Mancini, così come Allegri, sono allenatori che ottimizzano al massimo i giocatori per raggiungere l’obiettivo, Spalletti invece è un tecnico che arriva al risultato attraverso il gioco»

Si ringrazia Cristiano Zanetti per la cordialità e l’estrema gentilezza mostrata nel corso di questa intervista

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