Ex Rossoblù
Crosta: «Non scorderò mai il boato del Sant’Elia dopo la mia parata»
Luca Crosta, ex portiere del Cagliari e del Milan, ha parlato in un’intervista della parata sul rigore di Bacca: le sue parole
Luca Crosta, doppio ex del match di stasera tra Cagliari e Milan, ha rilasciato un’intervista riportata da La Gazzetta dello Sport. Ecco le parole del portiere, oggi 26enne:
PRIMO PENSIERO– «I passi di Bacca che si avvicina e il suo sguardo. Lo avevo studiato tutta la notte, sapevo come e dove aveva calciato ogni rigore tirato fino a quel momento. Ma mentre si avvicinava e da come mi guardava, ho avuto il sospetto che qualcuno gli avesse potuto dare il consiglio di cambiare angolo. Fino a gennaio di quell’anno con noi giocava Storari, che poi è andato proprio al Milan. Quindi credevo che gli avesse detto che lo studiavamo, e di conseguenza di calciare in modo diverso. Io mi sono buttato d’istinto e l’ho parato. Cosa puoi sognare di più all’esordio in Serie A?».
CONOSCENZA CON BACCA- «È arrivato nel mio ultimo anno al Milan, io facevo su e giù tra prima squadra e Primavera. Però non credo si ricordasse di me. Io ero un ragazzino dei tanti, lui il centravanti titolare».
I RICORDI CON IL MILAN- «Se ci penso mi viene il mente il mio gruppo, quello dei ragazzi del ‘98, con Cutrone e Locatelli. In quella squadra per un po’ c’è stato anche Donnarumma. Si vedeva già che aveva un grande talento, per qualche tempo ci siamo anche alternati. Salivamo pure in prima squadra insieme. Poi ricordo gli occhi sognanti del me bambino che guardava Dida allenarsi e porto nel cuore i momenti con Boateng e Balotelli. Quante risate. Io ero un ragazzino, ma penso di essermi fatto volere bene da tutti. Di Boateng ricordo che arrivava in spogliatoio con una cassa e la musica a palla. Si sentiva dal parcheggio. Con lui e Balotelli tante volte ci siamo fermati dopo l’allenamento: loro calciavano e io provavo a parare. Che missili tirava Mario, una cosa mai vista. E riuscivano sempre a strapparmi un sorriso con uno scherzo o una battuta».
RIGORE PARATO A BACCA- «Sinceramente, sì. Il giorno dopo sono andato in sede e ho firmato il primo contratto da professionista. Pensavo potesse aprirmi una strada. Ma così non è stato. E appena ho capito che in Italia non c’era possibilità, ho preso la valigia e sono andato all’estero».
ESPERIENZE GRECIA E ALBANIA– «Ho avuto questa occasione e sono andato. Anche lì, però, le cose non sono andate benissimo, spesso per problemi societari. In Grecia ero in B e la società si è sciolta prima che finisse il campionato, invece in Albania è andato tutto bene finché non è cambiato l’allenatore. Da lì ho smesso di giocare e mi hanno fatto mobbing affinché rescindessi… Infine, ho provato a tornare in Italia, ad Alba, in Serie D, ma non ha funzionato. Vediamo se arriveranno altre opportunità».
RICORDO MIGLIORE– «Assolutamente. È un ricordo, un sogno, un modo per ricordarmi quanto valgo. È tante cose insieme. Non scorderò mai il boato del Sant’Elia dopo la mia parata. Era come avessi fatto un gol. E poi la nostra vittoria al 95’… insomma fu tutto perfetto».