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Veroli: «Vi racconto le mie prime sensazioni alla Sampdoria»

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Davide Veroli, difensore del Cagliari in prestito alla Sampdoria di Andrea Pirlo, ha rilasciato delle dichiarazioni in una lunga intervista

Il classe 2003 Davide Veroli è un prospetto che, dopo la gavetta con il Catanzaro nella scorsa stagione, è stato mandato a giocare per trovare del minutaggio. Il difensore del Cagliari, in prestito alla Sampdoria di Andrea Pirlo, ha rilasciato delle dichiarazioni in una lunga intervista per Il Secolo XIX. Le sue parole:

SAMPDORIA – «Sono arrivato venerdì, le prime sensazioni sono molto positive. Essere in un club come la Samp mi emoziona. Ora inizio ad allenarmi con la squadra e non vedo l’ora. Quando ho saputo dell’interesse del direttore Accardi ho detto subito “sì”. E’ stato facile. Piazza importante, tifoseria calorosa che ho ammirato in Coppa Italia: cantano senza sosta, meritano tanto. C’è grande voglia, entusiasmo, ci sono le basi per fare bene, vogliamo arrivare più in alto possibile. E della Samp mi piacevano Cassano e Pazzini: coppia unica».

RUOLO – «Sempre stato difensore? No nell’Ancona ho iniziato da trequartista. A Pescara ho fatto la mezzala nell’U15, poi il play. E infine difensore centrale, a cambiarmi il ruolo sono stati mister Battisti e Simone Di Martino che ritrovo qui come match analyst. Terzino sinistro? A Catanzaro partivo da lì, ma con le rotazioni del calcio di Vivarini in realtà non facevo proprio il terzino. E poi l’ho fatto in U21. Ma il ruolo che ho fatto di più è il braccetto sul centrosinistra. Cambiando sempre ruolo non avevo un modello, però da quando gioco in difesa mi piace Bastoni».

NUMERO DI MAGLIA – «Il 72. In realtà il mio numero è il 27 ma qui lo usava Quagliarella e non mi sembrava il caso. Così ho invertito e ho preso il 72».

ALLENATORI IMPORTANTI – «A Pescara Battisti e Iervese nelle giovanili e Auteri che mi ha lanciato a 18 anni. Tatticamente Vivarini, il suo calcio è moderno. Nella Primavera del Cagliari Pisacane, ci trasferiva la sua grinta da giocatore. E Ranieri, ero in campo nel giorno di quell’allenamento virale, in cui ci urlava “rapidi, elettricità!”: lui ti trasmette serenità, ti fa rendere al massimo, lo vedi tranquillo e ti senti tranquillo pure tu. E al primo impatto anche Pirlo mi sembra così».

U 21 – «Tornarci? Certo, è stata un’esperienza unica. A fine campionato stavo organizzando le vacanze con la mia fidanzata, mi è arrivata la chiamata del ct Nunziata per un torneo in Francia e ovviamente ci sono andato di corsa».

ROBERTO MANCINI ED ALTRI SPORT – «Lui l’ho conosciuto. Ho giocato in amichevole due volte contro la sua Nazionale, con la Primavera del Pescara e con quella del Cagliari. Il giocatore che mi ha colpito di più è stato Chiesa. E quando al ct ho detto che ero di Ancona è stato contento. No, scherma no, ho fatto un po’ di basket ma soprattutto calcio. Come papà, difensore mancino come me ma lui si è fermato in Prima Categoria».

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