Diamo in numeri - Cagliari News 24
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2013

Diamo in numeri

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È noto, in ogni italiano tifoso di calcio risiede l’animo di un allenatore. Chi più seriamente e chi meno, ognuno in cuor suo è convinto di avere la soluzione migliore per la sua squadra del cuore.
Ed ovviamente i tifosi rossoblù non sono da meno.

Ad una giornata dal termine allora, prima che il mercato cambi, speriamo di no, le carte in tavola ed i giocatori a disposizione possiamo provare a divertirci ed immaginare possibili scenari tattici per il Cagliari di domani.

Due premesse sono però d’obbligo. Da un lato è necessario sottolineare come i numeri e gli schieramenti possono essere sì l’ossatura di una squadra, ma quel che fa la differenza è poi il modo in cui quei giocatori interpretano il ruolo, le idee e trame di gioco, tutto condito da grinta, voglia di sacrificarsi e dedizione (un esempio su tutti, l’offensivo 4-3-3 di Ficcadenti che produceva tutto fuorchè un gioco brioso e d’attacco). Dall’altro lato l’idea che una preparazione estiva affrontata con allenatore e staff tecnico sui quali si è puntato possono portare idee e moduli di gioco nuovi dando poche giustificazioni al più classico dei “i giocatori non sono abituati“. Dulcis in fundo, premessa fondamentale per divertirsi a dare i numeri, è che i giocatori che si acquistano sul mercato devono essere funzionali ad uno stile di gioco ben preciso e non l’opposto, così come non è possibile sacrificare un’intera rosa per un credo tattico non applicabile ai giocatori a disposizione.

Detto questo, iniziamo.

3-4-3. Iniziamo con una prima idea e provocazione, abbandonare la difesa a quattro che ormai da anni accompagna il Cagliari. La maggior parte delle squadre in Italia ed Europa si affido ai terzini e sono pochi gli esempi vincenti di squadre che difendono a tre. Però, non potrebbe essere questa la soluzione no-cost per il problema del terzino destro? Con Astori (nel caso in cui non partisse) centrale, Murru centro-sinistra e Rossettini centro-destra. In panchina due uomini di sicuro affidamento da far entrare nelle rotazioni con costanza come Ariaudo e Del Fabro. Sicuramente, almeno dal punto di vista sentimentale, sarebbe difficile accantonare in toto così Francesco Pisano, questo è ovvio.
Questo però permetterebbe un centrocampo di assoluto primo piano con, al centro, Conti ad impostare e dare una mano in difesa accanto ad Ekdal, mentre sulle due fasce Dessena e Nainggolan. Consapevoli poi che tre interpreti su quattro possono senza problemi coprire praticamente tutti i ruoli in mediana. In panchina poi giocatori come Cabrera, Eriksson e Avelar (pensiamolo come centrocampista) permetterebbero oltre che ricambi di livello anche la possibilità di cambiare in corsa l’interpretazione di ogni ruolo (sfumature che possono fare la differenza).
Quattro centrocampisti che, in teoria, potrebbero rifornire con costanza il reparto avanzato, con Pinilla centrale ad occupare l’area con Ibarbo e Sau invece che partono più larghi sfruttando anche la velocità. Un reparto offensivo sulla carta devastante che deve ovviamente trovare le giuste misure e meccanismi e che potrebbe comunque (con due attacanti larghi) lasciare ampio spazio per incursioni offensive centrali dei centrocampisti.

4-3-3. Senza snaturare la difesa, questo sembra l’altro modulo nelle corde del Cagliari. Si è visto malamente nella gestione Ficcadenti ed a sprazzi quest’anno. Gli interpreti sarebbero pressochè gli stessi con, a turno, Nainggolan, Dessena ed Ekdal che dovrebbero coprire un’intera zona del campo assieme a Conti forse e spesso in inferiorità rispetto agli avversari. Sarebbe in questo caso fondamentale l’apporto dei terzini, nel più classico dei “uno sale, l’altro copre“. Sicuramente affascinante perchè, come visto sopra, permetterebbe di sfruttare a pieno tutte le bocche da fuoco che il Cagliari ha in avanti. Modulo molto simile a quello di Allegri, dove Cossu faceva il finto 9.

4-4-2 (4-3-1-2). Il più classico degli schemi all’italiana, visto all’opera (un pò mascherato) contro la Juve sabato scorso. Centrocampo solido, folto e compatto che scherma la difesa. Il pericolo, a seconda degli interpreti, è che le punte possano rimanere perennemente isolate. Nel caso in cui invece uno dei centrali si spostasse più avanti si tornerebbe al modulo che ha fatto le fortune del Cagliari da Ballardini in poi. Certo è che il 4-3-1-2 ha funzionato, molto bene, finchè c’era in mezzo al campo uno dei migliori assistman del campionato. Purtroppo però Andrea Cossu sta crescendo e gli infortuni sembrano non volerlo abbandonare. Siamo sicuri esista un sostituto all’altezza?

Detto questo è ovvio che una cosa emerge, il Cagliari ha una rosa ampia e competitiva. Questa è una caratteristica che porta in dote anche il grande vantaggio di poter cambiare modulo nel corso di una partita senza soffrire eccessivamente, anzi, avendo un’arma in più (fermo restando che il modulo sul quale puntare deve essere uno). Le responsabilità che ne derivano sono quelle di saper gestire questi giocatori. Da una parte i più affermati che vogliono calcare il campo con regolarità, mentre dall’altro i giovani che devono mettersi in mostra e non possono essere assolutamente sprecati o bruciati. La prima cosa che viene in mente potrebbe essere quella di un approccio serio alla Coppa Italia, non come impegno mal digesto ma come competizione da sfruttare per la crescita della squadra e  della società.

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