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Domani l’udienza per la morte di Davide Astori

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L’indagine, dopo la perizia operata dai consulenti del tribunale di Firenze, potrebbe essere definitivamente archiviata

Sono passati quasi tre anni ma la morte di Davide Astori lascia ancora un vuoto incolmabile. Il dolore resta, ha ormai messo le radici. Le domande, i perché, continuano a essere tanti, le risposte arrivate in questi giorni hanno dell’incredibile, rendono ancora più surreale tutto quello che è successo. Domani, a Firenze, si terrà l’udienza che potrebbe mettere fine all’indagine sulla morte di Astori, inspiegabile per tanti, non evitabile secondo la perizia svolta dal medico legale Gian Luca Bruno e dal professor Fiorenzo Gaita che rivela: «Le aritmie cardiache rilevate nei controlli di routine avrebbero consigliato esami più approfonditi ma, anche questo esame, difficilmente avrebbe potuto rilevare la cardiomiopatia aritmogena biventricolare di cui soffriva il capitano della Fiorentina». Davide avrebbe potuto salvarsi soltanto grazie a un defibrillatore ma senza il riconoscimento di una diagnosi anche questa possibilità risulta impensabile.

LA FAMIGLIA – La famiglia di Davide, morto durante il sonno alla vigilia di Udinese-Fiorentina il 4 marzo 2018, vuole giustizia, vuole arrivare a una verità anche se questa non potrà mai essere consolatoria. Dopo anni di silenzio, la compagna del giocatore, Francesca, parla attraverso un post pubblicato su Instagram: «l’idea che la morte di Davide potesse essere evitata aumenta il dolore. Ma se esisteva anche la più piccola possibilità che avesse a disposizione un minuto in più, un’ora in più o la sua vita intera, io credo che quella possibilità meritasse di essere esplorata, lui meritava di averla. Tutto ciò che può averla ostacolata deve venire alla luce».

L’UDIENZA – L’udienza di domani potrebbe segnare il capitolo conclusivo di questa triste vicenda. Nel bene e nel rispetto di Davide Astori come calciatore ma soprattutto come uomo, l’obiettivo è portare la verità a galla, individuale gli eventuali responsabili e rendere così giustizia a un ragazzo dal cuore d’oro andato via troppo presto.

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