2013

ESCLUSIVA – Fini: «Cagliari finalmente a casa sua, una vittoria sarebbe il massimo»

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Michele Fini ha vissuto a Cagliari due stagioni esaltanti, prima con la salvezza miracolosa conquistata dalla banda di Ballardini e poi con un campionato che lo ha visto addirittura miglior assist-man dell’intera Serie A. Precedentemente aveva vestito la maglia del Catania togliendosi anche in Sicilia soddisfazioni importanti: fra le altre quella del gol-promozione contro il Taranto nella finale 2002 dei playoff di C1.
Oggi il centrocampista di Sorso si approccia ad una nuova avventura da allenatore, avendo conseguito a Coverciano il patentino Uefa A, e memori delle sue doti tattiche in campo c’è da scommettere che appena avrà a disposizione una panchina farà bene anche in questa nuova veste.
Lo abbiamo sentito in esclusiva alla vigilia di CagliariCatania, partita vista da doppio ex.

 

Partiamo dall’attualità: è notizia delle ultime ore il ritorno del Cagliari nella sua casa.
Finalmente, è davvero una bella notizia. Tutta la situazione era qualcosa di paradossale, inaccettabile. Abbiamo una squadra che ci rappresenta a livello nazionale ed era una cosa vergognosa che non potesse esprimersi in casa, davanti ai propri tifosi. Sono contento che la vicenda si stia concludendo, è passato anche troppo tempo.

 

A proposito di rappresentanza, cosa significa per un sardo giocare nel Cagliari?
E’ qualcosa che può immaginare solo chi ha avuto la fortuna di provarlo. A me è successo ed è stata un’emozione indescrivibile sin da quando è arrivata la proposta, emozione che è durata per tutta l’avventura fino alla fine. Sono stati due anni ricchi di soddisfazioni.

 

Due anni di risultati sportivi importanti sia per la squadra che per il giocatore Fini
E’ vero, un periodo intensissimo che è praticamente volato via. Il tempo è passato anche troppo veloce, perché mi sarebbe piaciuto rimanere per tanti altri anni. Poi le cose sono andate diversamente, succede. Ma due anni passati lì per me sono stati come dieci, tanto li ho vissuti intensamente. Mi porto dentro ogni singolo momento vissuto a Cagliari.

 

Prima eri stato a Catania, che differenze ci sono fra le due piazze isolane?
La differenza principale è che il Cagliari rappresenta un’intera regione mentre Catania è l’espressione di una città, per quanto piena di tifosi appassionati. Negli anni in cui ero là il club era anche piuttosto disorganizzato, era il periodo Gaucci e le cose erano ben diverse da adesso. Ci sono stati momenti belli e meno belli, i tifosi sono molto accesi e magari ti concedono poco quando le cose non vanno bene.

 

Che impressione hai del Cagliari di oggi?
Ha una struttura tecnica di grande qualità, con giocatori che stanno sopra la media. E’ una squadra dalla quale ci si aspetta molto, visto anche l’ultimo mercato col quale si è riusciti a tenere tutti i cosiddetti big. Dico cosiddetti perché una squadra è formata da 22 giocatori e tutti devono sentirsi importanti. Il Cagliari negli ultimi anni ha dimostrato proprio che i risultati importanti si raggiungono partendo dal gruppo.

 

Alla luce della condizione delle due squadre, che partita possiamo aspettarci domani?
Il Cagliari ha bisogno di una vittoria, e sarebbe il massimo riuscire ad ottenerla finalmente davanti ai propri tifosi. A Trieste erano partite casalinghe solo sulla carta, quando i tifosi sugli spalti non sono i tuoi lo senti subito, è un’aria diversa. Sabato sarà più difficile per il Catania perché il Cagliari ha questa voglia, senza dimenticare comunque il valore dei rossazzurri: hanno cambiato qualcosa rispetto allo scorso anno e ancora non hanno raggiunto la quadratura, ma bisogna stare attenti perché in Serie A non esistono partite facili.

 

Si ringrazia Michele Fini per la cortese disponibilità

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