ESCLUSIVA – Lulù Oliveira: «Cagliari, quanti errori! Tifosi rossoblù unici. Ecco cosa ho detto a Festa...» - Cagliari News 24
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2015

ESCLUSIVA – Lulù Oliveira: «Cagliari, quanti errori! Tifosi rossoblù unici. Ecco cosa ho detto a Festa…»

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Alla vigilia della sfida contro la Fiorentina abbiamo interpellato un illustre doppio ex. Uno di quei giocatori che è rimasto impresso nel cuore dei tifosi rossoblù: Luis Airton Oliveira Barroso, a tutti noto come Lulù Oliveira. Una intervista interessante dove con l’ex attaccante rossoblù abbiamo toccato tanti punti cruciali legati al Cagliari. Non solo la sfida della Fiorentina: dalla gestione Zeman a quella di Gianluca Festa, fino ad arrivare a Massimo Cellino passando per i tifosi rossoblù e la nuova gestione targata Giulini.

ZEMAN E LA SQUADRA – «All’inizio, quando è arrivato Zeman, che sappiamo essere legato al 4-3-3 e ai giovani, ho pensato subito che il Cagliari avesse affidato la squadra ad un grande allenatore, capace di fare grandi cose dal centrocampo in su. Forse sarebbe stato utile affiancargli un tecnico che si occupasse della fase difensiva, in virtù del fatto che le sue squadre subiscono tanti gol. Mi è dispiaciuto che la società non abbia rimpiazzato al meglio i big che sono andati via, come Astori, Nainggolan ma anche Nenè e Pinilla. Non hanno preso un attaccante di esperienza, lasciando le redini del reparto avanzato su Marco Sau, ragazzo bravo perché rapido proprio come vuole Zeman. La mia idea di 4-3-3, per quanto riguarda l’attacco, è che ci debba essere almeno un attaccante forte fisicamente bravo nel finalizzare l’azione. Una squadra per salvarsi deve avere un buon portiere e un attaccante che faccia gol. Il Cagliari aveva bisogno di questo da subito, perché il centrocampo era l’unico reparto al completo. Per quanto riguarda la difesa della porta si poteva agire meglio. E’ giusto dar fiducia a due portieri giovani, ma per crescere al meglio ci sarebbe dovuto essere accanto da subito un portiere di esperienza come lo è Brkic».

ZOLA E DIMISSIONI DEL BOEMO – «Il Cagliari mi è piaciuto molto nelle prime partite perché dava spettacolo in avanti. Zola? Gianfranco è un mio carissimo amico, ma forse a quel punto della stagione ci sarebbe voluto un allenatore che avesse avuto già esperienza in Serie A. Dimissioni di Zeman? E’ sicuramente successo qualcosa di grave nello spogliatoio, anche perché pare che la squadra non lo seguisse più. Il rapporto con la squadra si è rotto per due volte. Ha lasciato qualche dubbio il fatto che Rossettini, difensore che è approdato anche in Nazionale, abbia fatto tanta panchina. Non sottovaluto il discorso legato alla contestazione della settimana scorsa ad Asseminello».

AGGRESSIONE E TIFOSI – «Mettere le mani addosso non è giustificabile. Ma è normale che ci sia la contestazione dura dei tifosi. Anche quando c’ero io è capitato un episodio simile una volta quando stavamo all’Hotel Sardegna in ritiro. Ma sono situazioni che fanno parte del mondo del calcio. Capita in ogni città. Siamo tutti arrabbiati quando la squadra del cuore è in difficoltà. Anzi, nonostante le sconfitte ho notato che i tifosi acclamavano sempre la squadra a fine partita. Non succede in tutti i posti. La settimana scorsa, ad esempio, la Fiorentina ha perso in casa contro il Verona ed è uscita dal Franchi tra i fischi. Probabilmente tutta questa situazione è accaduta perché i tifosi hanno perso la fiducia nei confronti della squadra».

LA SCELTA DI FESTA – «Gianluca è stato un grande difensore e sono sicuro che il suo lavoro per ridare fiducia a questa squadra partirà dalla difesa. La società ha fatto bene a scegliere la soluzione interna perché lui conosce l’ambiente. Questi giocatori vanno stimolati e motivati a giocare per la squadra. Devono scendere in campo per dare tutto e andare oltre agli screzi, qualora ci fossero. Ho telefonato a Gianluca per fargli un grosso in bocca al lupo e sono sicuro che lascerà il segno. A Gianluca ho spiegato che vincere sarebbe importante. Cominciare un cammino con una vittoria in trasferta contro una squadra forte, darebbe nuovamente fiducia a tutti. L’importante è non perdere. Ci sono 21 punti a disposizione e tutto è possibile nel mondo del calcio. Se l’Atalanta cominciasse a perdere qualche punto allora si creerebbe una situazione interessante».

CAPITOLO VIOLA – «Mi aspetto una partita normale. Sarà il Cagliari a dover fare la partita perché la Fiorentina ormai ha perso l’obiettivo Champions. Hanno vinto in Europa League e se dovessero vincerla potrebbero approdare in Champions. Sorteggiato il Siviglia? Sfida difficile. Le squadre spagnole vanno sempre in fondo alle competizioni e non sarà difficile spuntarla. Meglio il Siviglia del Napoli, anche perché abbiamo tutti il sogno di vedere una finale tutta italiana. Se la squadra di Montella gioca come sa fare, come ha mostrato contro la Dinamo Kiev, può arrivare in finale e vincere. Il Cagliari per fare risultato deve mettere molta cattiveria agonistica e dimostrare la voglia di vincere. Anche perché credo che Montella opterà per il turnover».

CELLINO E IS ARENAS – «Cellino ha fatto il bene per il Cagliari. E’ stato un presidente che ha lasciato la società pulita, senza debiti e non è da tutti. Sono poche le squadre che hanno i conti apposto. Lui era molto bravo perché sapeva comprare i giocatori a poco prezzo per poi rivenderli al momento giusto, riuscendo a far cassa. La vicenda dello stadio Is Arenas è stata una vergogna. Per chi vede la questione da lontano non è stata una vicenda chiara: inizialmente si poteva giocare e soltanto dopo che il Cagliari ha cominciato a giocarci sono nati i problemi. Cellino per il Cagliari è finito anche in galera. Non conosco esattamente i motivi, ma lo dico per far capire quanto Cellino voleva bene al Cagliari. Ora, come ho letto sui giornali, è probabile che il prossimo anno non si giochi più al Sant’Elia e pare si stia cercando una soluzione per tornare a giocare a Is Arenas. Io sono andato nello stadio quartese per vedere Cagliairi-Milan e mi è piaciuto molto. Il pubblico è stato fantastico, ha rispettato tutte le regole e non c’è stata alcuna invasione di campo. Noi sardi siamo molto corretti da questo punto di vista. Ho vissuto in altre realtà molto più dure di Cagliari, come ad esempio Catania».

GIULINI – «L’impatto è stato positivo perché ha dato subito la possibilità a noi sardi di vedere il Cagliari giocare al Sant’Elia. Si è presentato dicendo che avrebbe fatto giocare il Cagliari nel proprio stadio e così è stato. L’aspetto negativo è che ormai il Cagliari è molto vicino alla Serie B. Questo aspetto rischia di offuscare tutto quello che di buono ha fatto questa nuova proprietà. Purtroppo il mondo del calcio è fatto così: se in finale sbagli un rigore e arrivi secondo, nessuno ricorderà tutto quello che hai fatto per arrivare fin lì».

Ringraziamo Oliveira per la sua disponibilità.

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