2013
ESCLUSIVA – Matteoli: “Questo Cagliari può fare paura all’Inter. Stadio? Noi sardi a volte siamo capaci di farci male a vicenda”
CagliariNews24 ha raggiunto Gianfranco Matteoli, bandiera rossoblù ed oggi responsabile del settore giovanile del Cagliari. E’ stata l’occasione per parlare della partita contro l’Inter con la quale vinse uno scudetto, ma anche di affrontare la questione stadio.
Nell’estate del ’90 Matteoli lasciò l’Inter dei record per trasferirsi a Cagliari, la squadra della sua terra che era stata appena promossa in serie A: un bel salto.
“Fu una scelta di vita. Avevo ancora un anno di contratto con l’Inter, sarei potuto restare a Milano ma ero entusiasta di poter venire a giocare a Cagliari. Ho avuto poi la fortuna, arrivato in quella squadra, di disputare dei bei campionati e raggiungere anche risultati importanti. Salvezze, la qualificazione europea e poi la bella annata di Coppa Uefa, che all’epoca era una competizione importante“.
Di quell’avventura europea, fra i ricordi più belli c’è la sua corsa sotto il settore dei tifosi rossoblù dopo il gol contro il Mechelen, in Belgio. L’immagine di un’icona della sardità.
“E’ stata una cosa strana, io sono sempre stato misurato in tutte le mie manifestazioni: quella corsa è stata completamente istintiva. Non è mai stata mia abitudine esultare in modo plateale, ma lì mi venne da dentro. Sono esultanze particolarissime, un po’ come la corsa di Tardelli al mondiale ’82: forse talmente insolite e sentite che restano impresse più di altre“.
Cagliari e Inter si incontrano domenica: che partita può venir fuori dal momento delle due squadre?
“Sinceramente vedo l’Inter in grande difficoltà, mentre il Cagliari è in salute e sta facendo un grande campionato. Penso che per i rossoblù sia l’occasione per giocare contro una grande squadra ad armi pari; anzi, penso che il Cagliari in questo momento possa anche fare male all’Inter“.
In panchina ci saranno Pulga e Lopez, due uomini che hanno vestito la maglia del Cagliari: come vede la coppia di tecnici?
“Diego ho avuto modo di conoscerlo bene come allenatore delle giovanili: è stato due anni con me, prima ha allenato i giovanissimi e poi la primavera con cui ha iniziato questa stagione. E’ un ragazzo che ha un grande futuro come allenatore. Sicuramente Ivo gli ha dato una grossa mano, anzi si sono supportati a vicenda fino a formare una bella coppia che quest’anno ha dato davvero grandi soddisfazioni.
Domani il Cagliari affronterà un test con la primavera a porte aperte: una delle poche occasioni quest’anno per i tifosi di vedere la squadra dal vivo. Che idea si è fatto della tormentata questione-stadio?
“E’ una cosa assurda, io certe cose non le capisco proprio. Stiamo parlando della squadra della nostra regione, di un bene importante per tutti. Ne va dell’immagine della Sardegna, ma direi anche dei sardi. Stiamo purtroppo dimostrando che è vero quel che talvolta si dice, che siamo capaci di avvelenare la nostra acqua per non far bere il vicino. Abbiamo un presidente che per vent’anni è stato il simbolo di questa società, che l’ha portata a grandi livelli, dal punto di vista finanziario e della qualità della società stessa: possibile che siamo tutti invidiosi? Perché mettere i bastoni fra le ruote a quelle persone che fanno qualcosa di importante per noi? Io sono stato lontano dall’isola e so quanto i sardi sappiano fare gruppo unito; quando poi si torna in Sardegna quasi non ci si saluta più. Abbiamo una terra meravigliosa ma ci facciamo male fra di noi, io proprio non lo capisco. Mi dispiace dire così, ma quello che è successo ha questa chiave di lettura. E lo dice uno che è tornato in Sardegna a giocare, quando avrei avuto altre possibilità: l’ho fatto perché ci tenevo a questa terra.”
Gli ultimi sviluppi vedono un consiglio comunale di Quartu che sembra intenzionato a riprendere il dialogo, a riportare d’attualità Is Arenas: ci sono possibilità?
“A questo punto penso che solo il comune di Quartu possa risolvere questo problema, e se vogliono lo risolvono. Inutile parlare di tante difficoltà, se davvero vogliono possono risolvere la questione e il Cagliari torna a giocare sull’isola, a casa sua, dove gli compete.”
E in futuro esiste la possibilità di rivedere il Cagliari a Sant’Elia?
“Il Sant’Elia non è più uno stadio da calcio. La realtà è che bisognerebbe buttarlo giù e rifarlo nuovo, ossia quello che voleva fare Cellino ma non gli hanno mai dato la possibilità. Non dimentichiamoci che il presidente del Cagliari parla di rifare lo stadio da quindici anni, prima della Juve e di tutti gli altri. Ma non glielo hanno mai permesso. Ora è inutile parlare di Sant’Elia aperto a cinquemila, diecimila persone: sarebbe una vergogna, neanche fossimo nel terzo mondo.”
Parliamo del suo lavoro coi giovani rossoblù: bocciata la proposta di istituire un campionato riserve, qual è la sua visione di una gestione ottimale dei ragazzi in crescita?
“Per noi il campionato riserve non sarebbe una cosa positiva: non possiamo avere 30 giocatori per poter costruire una squadra di riserve. Noi per far crescere i giovani dobbiamo lavorare diversamente: siamo favorevoli a creare una squadra satellite o a individuare una squadra che parta ad esempio dalla C2, per far crescere i nostri giovani magari riportando a casa qualcuno che si trova altrove a farsi le ossa. Credo che l’Italia sia indietro rispetto ad altre nazioni, vogliamo cambiare queste impostazioni ma il problema principale è uno solo: all’estero se un ragazzo è bravo gioca, anche se ha 17 anni. Da noi si sta sempre a dire che i nostri giovani non sono pronti, ma la mentalità deve cambiare. Se un ragazzo è bravo, a 18 anni deve giocare. Un ragazzo diventa un buon giocatore e matura solo se gioca; se non gioca non maturerà mai, inutile fargli giocare per anni spezzoni di partita.”
Dal suo punto di vista privilegiato, come vede il vivaio rossoblù?
“Non mi va di fare nomi perché non sarebbe carino. Ma basta guardare la prima squadra: ora si è fatto male Pisano, peccato perché è una grande perdita, ma fino a pochi giorni fa abbiamo visto formazioni titolari con dentro anche tre giocatori provenienti dalle giovanili. Ciò fa capire quanto buono sia il nostro settore giovanile e per noi la vera vittoria è questa. Ci sono poi altri ragazzi che possono fare veramente bene, oltre ad altri che sono in giro e si stanno mettendo in luce in altre categorie. Tutti gli allenatori ed i collaboratori del settore giovanile stanno dando un contributo importantissimo. Siamo molto contenti dei frutti del nostro lavoro coi giovani sardi.”
Si ringraziano Gianfranco Matteoli e il Cagliari Calcio per la cortese disponibilità