2013
ESCLUSIVA – Sorrentino: «»
Roberto Sorrentino ha difeso la porta del Cagliari fra il 1984 ed il 1988, riuscendo a lasciare un ottimo ricordo delle sue gesta nonostante il club rossoblù in quegli anni attraversasse un periodo a dir poco travagliato sia sul piano societario che su quello prettamente sportivo. Il portierone coi baffi prima di arrivare in Sardegna aveva vestito la maglia del Catania, prossima avversaria della squadra di Lopez in campionato. In questa veste di doppio ex Sorrentino, oggi allenatore, è stato raggiunto in esclusiva da CagliariNews24.
Andiamo in ordine cronologico: la sua carriera passa prima per Catania, dove è ancora ricordato come un idolo.
Ho ancora dimostrazioni di affetto e stima dopo trent’anni, una o due volte l’anno torno a Catania per ritirare qualche premio che decidono di assegnare a me: vuol dire che ho lasciato un ricordo forte. Per qualche mese ho fatto il direttore tecnico a Ragusa, prima di lasciare perché il mio ruolo oggi è quello di allenatore, e veniva gente da Catania per vedere se davvero Sorrentino era lì. A Catania mi lega un rapporto di affetto e simpatia, sono arrivato lì da anonimo giocatore di serie C e insieme siamo andati fino in serie A.
Poi il passaggio al Cagliari, da un’isola all’altra.
Anche lì cinque anni splendidi, al di là della situazione societaria un po’ difficile. Ancora adesso ho tanti amici a Cagliari, ed i tifosi con cui ancora c’è un bel rapporto vivo sono divisi proprio fra Cagliari e Catania. Sono due città in cui tornerei in qualsiasi momento, a piedi.
In un periodo non esaltante per il Cagliari qualche soddisfazione ci fu comunque, ricordo nel 1986 la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia ai danni della Juventus.
E’ vero, quella forse fu l’unico vero successo sportivo di quegli anni. Andammo a Torino e riuscimmo a fare due gol eliminando una forte Juventus. Era l’ultimo anno di Platini, dopo che gli parai diversi tiri si avvicinò e con tono scherzoso mi chiese di lasciarlo segnare visto che era vicino all’addio. A fine partita, con la Juve eliminata a Torino da una squadra di B, l’avvocato Agnelli venne negli spogliatoi a complimentarsi con gli avversari: cose irripetibili, fu una grande soddisfazione pur in un periodo poco felice per il calcio sardo.
Arriviamo a oggi: il Catania arriva da un ottavo posto, il Cagliari dall’undicesimo. Come vede le due squadre quest’anno?
Seguo entrambe. Facendo l’allenatore chiedo i risultati a fine partita, e subito dopo quello di mio figlio Stefano mi informo su Cagliari e Catania. Credo che per gli etnei sarà più difficile difendere il piazzamento della scorsa stagione, anche perché hanno perso giocatori importanti come Gomez, Marchese ed altri. Il Cagliari, seppure non stia girando al massimo in questo momento, penso che possa riconfermarsi su ottimi livelli: parlo di un campionato tranquillo con anche qualche piccola mira fino alla fine di poter ottenere un grosso risultato.
Sabato 19 le due squadre si affronteranno: che tipo di partita verrà fuori secondo lei?
Il Catania ultimamente non ha un buon rapporto con le trasferte; il Cagliari viene dalle polemiche relative allo stadio. Giustamente una squadra vuole poter giocare nella sua città, davanti alla sua gente: deve poterlo fare. Oltretutto la squadra di Lopez arriva da qualche partita in cui ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato. Tutte e due le squadre hanno ottimi allenatori, credo che potrà essere una partita divertente e con diversi gol. Forse un pareggio potrebbe essere utile ad entrambe, ma io non posso che augurarmi che vinca il migliore.
Ultima cosa: suo figlio Stefano, oggi al Palermo, quando viene a giocare a Cagliari sembra particolarmente ispirato. C’è mai stata in passato la possibilità che venisse a vestire la maglia che fu di suo padre?
Non ci sono mai stati contatti in questo senso, anche perché il Cagliari aveva Marchetti ed ora ha Agazzi, entrambi ottimi portieri. E’ vero, a Cagliari Stefano ha giocato alcune bellissime partite. Sono cose strane della vita, magari a livello mentale scatta qualcosa per il fatto che quella porta l’ha difesa il padre. Ma io credo che siano casi fortuiti, e ovviamente mi auguro che mio figlio giochi bene non solo a Cagliari ma anche a Catania, a Milano e ovunque. Fra l’altro qualcuno ha scritto che Stefano avrebbe rifiutato il Catania, ma so per certo che non è stato così: semplicemente non c’è mai stata una richiesta da parte dei rossazzurri.
Si ringrazia Roberto Sorrentino per la cortese disponibilità