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Europei 2032, gli stadi candidati in Italia: la lista completa. C’è anche Cagliari
L’Italia per gli Europei 2032 ha candidato ben dieci stadi. La situazione tra ristrutturazioni, piani e un cantiere da attuare
Per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare il legno ci vuole l’albero, per fare l’albero ci vuole un fiore (e così via). Questa filastrocca, per quanto infantile, è la chiara rappresentazione della FIGC nella sua lotta per ottenere il via libera per gli Europei 2032: per fare tale competizione ci vogliono degli stadi, per fare degli stadi all’altezza bisogna costruire. Già, costruire, anche se il termine giusto sarebbe “ristrutturare” degli impianti storici dove al loro interno ci sono più vincoli che spettatori.
Tanti piani sradicati, la politica come sempre ci mette lo zampino nei momenti clou, modelli di polistirolo andati a male e nel frattempo in Tribuna d’onore oltre a stare in ansia per la partita bisogna sperare che non cadano dei pezzi di cemento. Retorica a parte ecco la situazione attuale degli stadi che dovrebbero essere protagonisti per Euro 2032 in Italia: considerando piani di ristrutturazione e vicende a cui sono legate.
Si parte dalla Capitale, e quindi dallo stadio Olimpico di Roma. Ad eccezione della cosiddetta pista d’atletica che può condizionare non poco la vista, si tratta comunque di una struttura all’altezza. Essa ha gli spazi giusti per soddisfare tutti i parametri, oltre che ad essere sede di competizioni sportive abbastanza importanti.
La rappresentazione pratica di ciò che bisognerebbe fare con gli stadi in Italia. L’ex Juventus Stadium è l’impianto più bello, se non il più grande biglietto da visita per presentare l’Italia agli Europei 2023. 41.500 posti avente i migliori servizi da offrire, per non parlare della grande organizzazione durante il susseguirsi degli eventi.
San Siro? Il decidere se continuare il proprio presente con un passato che rischia di non avere futuro. Inter, Milan e il Comune di Milano lo sanno perfettamente tra tanti tiri e molla, senza dimenticare qualche minaccia di voler andare fuori città a costruire il proprio gioiello architettonico. L’impianto necessita di essere ristrutturato: servizi, rifacimento completo dei seggiolini e gestione degli anelli (su tutti il terzo). Come renderlo all’altezza entro il 2032? Dipenderà tutto dalle parti.
Meglio tardi che mai, soprattutto se si parla di quello che sarà il nuovo stadio Renato Dall’Ara che Saputo ha intenzione di regalare a Bologna. Dopo tanti progetti finalmente l’Emilia avrà l’impianto simbolo di una città pronta a sognare l’Europa: spalti più vicini al campo, copertura totale e servizi all’altezza. Ovviamente tutto in salsa rossoblu per una media di 30.000 spettatori.
Se per Italia 90 si erano mossi mari e monti per costruire a tempo di record il Ferraris, stavolta si tratta di ristrutturare piccoli dettagli che insieme fanno la differenza: dai seggiolini a spazi riservati a sponsor e vip, oltre che una gestione più completa degli spazi all’interno dei corridoi, in modo da poter dare a Genova uno stadio all’avanguardia.
Una guerra continua. La Fiorentina contro il sindaco per uno stadio bloccato dai vincoli: su tutte dalle scale elicoidali che circondano tutto l’impianto. O si cambia registro oppure, come stato fatto da Commisso, costruire la nuova struttura sulla vecchia ricavando degli spazi commerciali dove mettere cinema, ristoranti e negozi
Il progetto fallito di Renzo Piano: una cattedrale del deserto. Come per lo stadio Olimpico di Roma pecca molto la pista d’atletica, ma avente quello spazio necessario per mettere sky box, posti vip e altri servizi in più per rendere il San Nicola un gioiello per Bari.
Napoli e Maradona meritano uno stadio di tutto rispetto. Può andare bene l’ex San Paolo? Cambiare i seggiolini non basta, occorre un vera e propria ristrutturazione esterna ed interna: pista d’atletica da togliere, piazzale stadio da arricchire con posti commerciali e spalti da rimodellare con l’introduzione di altri sky box.
Altro giro, altro impianto che necessita di una rimodellata sugli spalti per sostituire la pista d’atletica. Tutto sommato la vista non è così male, merito di una disposizione dei gradoni che non disturba lo spettacolo. Fatto sta, come per il Ferraris, occorre anche occuparsi di seggiolini e gestione degli spazi.
Per quanto Cagliari da oltre dieci anni ne abbia passate di tutti i colori (dall’inagibilità del Sant’Elia al progetto fallito Is Arenas all’attuale impianto), dall’altra presenta la soluzione più semplice: abbattere il vecchio impianto attualmente in stato di abbandono e costruire il nuovo stadio. Questione di tempo, dedizione e anche soldi.