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Federico Melchiorri, finalmente la Serie A

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L’estate scorsa, nonostante le offerte dalla Serie A, Melchiorri ha scelto il Cagliari. Club affascinante e con un progetto il cui primo step riguardava proprio il ritorno in massima serie. Dal Pescara al Cagliari, nessun salto di categoria nonostante un’età che avrebbe imposto, alla prima occasione, di accettare la chance in massima serie. «Perché ho scelto di venire qui? Perché il Cagliari è il Cagliari», semplice e conciso.

 

DALLE STELLE ALLA…C2 – Melchiorri aveva tutte le caratteristiche per calcare i palcoscenici del calcio che conta. In realtà ci è riuscito, anche se per appena tre minuti: era la notte di un freddo 20 dicembre 2006, allo stadio “Castellani” si giocava EmpoliSiena. Il risultato era sull’1-0 per i padroni di casa e Mario Beretta, allora tecnico dei bianconeri, cercava di agguantare il pari mandando in campo Melchiorri. Un giovane di neanche vent’anni che appena un anno prima correva e segnava per i campi della Serie D con la maglia del Tolentino. Quella resta l’unica presenza dell’attaccante in Serie A. Dopo la stagione 2006/07 il Siena lo manda in giro per l’Italia, Melchiorri veste le maglie di Giulianova e Sambenedettese senza successo. Nel 2009 la Samb lo riscatta: viene reciso l’unico filo che ancora legava, seppur solo idealmente, l’attaccante alla Serie A. La prima parte di stagione a San Benedetto del Tronto, in Lega Pro Prima Divisione, è da dimenticare: a gennaio c’è il prestito al Poggibonsi in Lega Pro Seconda Divisione, con la cui maglia Federico mette insieme appena 11 presenze e nessun gol. Nel 2010 torna al Giulianova, dove trova continuità ma mostra ancora difficoltà dal punto di vista realizzativo (solo 3 gol in 25 partite). In un Giulianova-Cavese del 25 aprile 2010 subisce un trauma cranico durante uno scontro di gioco. Segue il ricovero in ospedale e la diagnosi di un cavernoma venoso. Un mazzata psicologica per l’attaccante marchigiano, che però non si abbatte. Dopo un delicato intervento al cervello può riprendere l’attività agonistica, anche se rimane sotto osservazione medica. Riparte coraggiosamente dal Tolentino, in Eccellenza. I 35 gol in 54 partite gli valgono il contratto con la Maceratese, squadra della sua città che milita in Serie D. Il salto di categoria non sembra neanche sfiorare Melchiorri. Quel ragazzo, dopotutto, appena sei anni prima esordiva in Serie A. A fine stagione sono 25 le reti segnate in 33 partite.

 

IL RITORNO TRA I PROFESSIONISTI – Nella stagione 2013/14 Federico si riprende ciò che gli spetta, per qualità calcistiche e per averci sempre creduto: una chiamata da un club professionistico. Si tratta del Padova, militante in B, con cui segna 6 reti in 31 gare. L’anno successivo il Pescara decide di affidargli le sorti della squadra e lui non tradisce le aspettative, realizzando 14 reti e ben 10 assist. Nel calciomercato estivo si fanno avanti numerosi club. Il Carpi fa pressione per avere a disposizione l’attaccante per la sua prima storica stagione in Serie A ma alla fine la spunta il Cagliari, neo retrocesso in cadetteria e determinato a tornare immediatamente in massima serie.

 

IL CAGLIARI – I numeri della stagione precedente fanno ben sperare: 14 gol e 10 assist non sono roba da poco, soprattutto se l’attaccante va ad integrare un reparto avanzato in cui ci sono elementi affermati e di categoria superiore come Sau e Farias. Già dal ritiro ad Aritzo il nuovo numero 9 rossoblù rimane colpito dal calore della piazza, nonostante la ferita ancora aperta della retrocessione. «Un impatto impressionante, un pubblico così non l’ho mai visto. Fa immensamente piacere vedere il calore che c’è e quanto questa squadra sia seguita dall’intera regione, è una cosa fantastica», le parole dell’attaccante rossoblù ai nostri microfoni.

 

 

Melchiorri si presenta ai tifosi nella prima gara ufficiale nel migliore dei modi, realizzando due gol ed un assist in Coppa Italia nella sfida vinta 5-0 contro la Virtus Entella. In campionato il primo gol arriva alla terza giornata, contro l’Avellino. Un torneo giocato da protagonista: il suo altruismo, la sua voglia di emergere e le sue caratteristiche tecniche ne hanno fatto un elemento di grande importanza per il Cagliari di Rastelli. I gol messi a segno sono 8, gli assist 9. Un rendimento in linea con quello dell’anno precedente e bloccato dalla lesione del legamento crociato occorsagli durante la rifinitura della gara contro lo Spezia. Un infortunio che lo ha costretto a chiudere anzitempo la sua stagione. Poco più di dieci giorni prima aveva firmato il prolungamento di contratto sino al 2019. Un segnale forte da parte della società, che ha inserito l’attaccante di Treia nel proprio progetto a lungo termine. «Grazie della fiducia. Perché io in A non voglio andarci, ma restarci», le parole dell’attaccante classe ’87. Non solo parole, perché l’attaccante rossoblù ha dimostrato che gli piace far parlare il campo. Ed ecco che nella gara successiva, a Vicenza, il suo ingresso nella ripresa è determinante per la vittoria: prima l’assist per Cinelli, poi il 2-0 che chiude la contesa.Melchiorri, mentre festeggia il gol che con tutta probabilità porterà al successo il Cagliari dopo quattro gare avare di punti, non sa che quella sarà la sua ultima gara di campionato. Nonostante il grave infortunio, i gol e gli assist, le prestazioni da spacca-partita e lo spirito di sacrificio mostrato nelle 27 occasioni in cui ha vestito la maglia rossoblù ne fanno un protagonista della promozione. Nella giornata di ieri, ad appena un mese dall’intervento al ginocchio, il numero 9 è tornato in campo con l’intento di accorciare i tempi di recupero. Un pensiero fisso, quello di tornare disponibile al più presto. E neanche la festa per la Serie A che il Sant’Elia sabato riserverà al Cagliari riuscirà a distoglierlo dalla sua meta.

 

 

In testa quella Serie A solo assaporata in quel freddo e lontano dicembre 2006. Ora che la massima serie è raggiunta, Melchiorri non scosta lo sguardo dal prossimo obiettivo. Perché lui in Serie A non vuole andarci, ma restarci. Insieme a quella squadra e quei tifosi da cui è rimasto impressionato fin dal ritiro di Aritzo.

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